Nei primi giorni del mese di settembre ho avuto l’opportunità di partecipare all’intervento di controllo del biodeterioramento del Cristo degli Abissi come esperto dell’Istituto di Scienze Marine del CNR per i problemi di biofouling e biocorrosione.
Il Cristo degli Abissi è una splendida statua bronzea realizzata dallo scultore Guido Galletti, posta nel 1954 sul fondale della baia di San Fruttuoso, tra Camogli e Portofino, a 15 metri di profondità all’interno dell’Area Marina Protetta di Portofino a ricordo dei morti in mare e di quanti gli hanno dedicato la propria esistenza.
La posa del Cristo degli abissi è stata fortemente voluta da una leggendaria figura della subacquea italiana Duilio Marcante, che volle collocare una statua raffigurante Gesù a seguito della morte dell’amico Dario Gonzatti, avvenuta durante un’immersione qualche anno prima. Per ottenere il bronzo della statua, alta circa 2,50 metri, vennero fuse medaglie, elementi navali (perfino eliche di sommergibili americani donati dall’U.S. Navy) e campane. Nel 2003 la statua è stata rimossa e restaurata per poi essere riposizionata sott’acqua il 17 luglio 2004 su un nuovo basamento progettato dall’architetto Salvatore Trompetto. Il Cristo degli Abissi è divenuto meta di immersioni subacquee, e numerosi sono i diving center della zona che organizzano immersioni nello specchio d’acqua antistante San Fruttuoso. Ma anche se non siete dei provetti sub…..nessun problema….chi non si immerge potrà osservare il Cristo dall’alto attraverso un batiscopio o una maschera subacquea, oppure ammirare l’esatta copia del monumento posta “a secco” nella chiesa di San Fruttuoso.
Anche la statua di bronzo purtroppo, come tutti i materiali metallici immersi in mare, è soggetta al fenomeno del “biofouling” (termine tecnico per indicare l’incrostazione biologica) che con il passare del tempo è in grado di creare problemi di biodeterioramento e di corrosione biologicamente influenzata potenzialmente dannosi per il prezioso metallo.
Molti organismi marini infatti, scelgono la superfice della statua come sede definitiva della loro esistenza insediandosi in modo permanente dando origine ad una incrostazione di origine biologica (biofouling) che in pochi mesi ricopre tutta la statua. Gli organismi del biofouling con strutture calcaree, come i serpulidi, i balani (denti di cane), e i briozoi incrostanti possono creare seri problemi al bronzo e alla sua naturale patina protettiva.
Le immagini di alcuni particolari del cristo degli abissi dopo un anno dal precedente intervento di pulizia sono esplicative: la statua è letteralmente ricoperta da diverse specie di organismi marini e a stento si riescono ad apprezzare i dettagli dell’opera.
Grazie all’impegno della direttrice dell’ufficio Beni storici, artistici ed etnoantropologici sommersi della Soprintendenza di Genova, la dottoressa Alessandra Cabella, l’attività di manutenzione annuale del Cristo degli abissi è stata eseguita da una task-force di sommozzatori dei vigili del fuoco, dei carabinieri, della guardia di finanza e, per la prima volta, della capitaneria di porto.
Gli operatori subacquei si sono alternati, per oltre 3 ore, nella pulizia della statua mediante una speciale tecnica ad idrogetto che consente di rimuovere una grande percentuale di organismi incrostanti senza deteriorare meccanicamente la superficie del bronzo.
La manutenzione annuale è solo una fase dell’azione di tutela del monumento ma, nel medio periodo, se ci saranno i fondi necessari si potrebbe ipotizzare uno studio dedicato all’ottimizzazione del sistema di pulizia monitorando la tipologia di insediamento degli organismi che ricoprono la superficie della statua.
STUPENDO E COME SOGNARE IN UN ALTRA DIMENSIONE
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