…e lo chiamano Sapiens

homo sapiensSembra proprio che siamo incapaci di accettare razionalmente una realtà che non vorremmo che fosse vera. Il nostro benessere nasce dal fatto che non abbiamo messo in conto il prezzo da pagare in termini di danni di vario genere alla natura, ed ora il conto ci arriva tutto insieme, molto più salato del previsto; come quelle cartelle esattoriali trascurate che si riaffacciano dopo anni con il loro carico di sanzioni ed interessi. E così ci ostiniamo ad intasare gli spazi delle nostre città con automobili inutilmente ed irragionevolmente sempre più grandi ed ingombranti, rendendole invivibili, ottusamente ipnotizzati da una pubblicità martellante, dal senso di potenza, dal gusto di godere di un ampio spazio confortevole, sottratto alla collettività, come espansione tecnologica del nostro “io” in una città spersonalizzante. Una confortevole corazza che diventa una prigione di egoismo: noi contro tutti, contro la città.
E quando gli scienziati ci dicono, ormai da diversi decenni, che il nostro stile di vita e di consumi e di sprechi ci presenterà nei prossimi anni un conto salatissimo a causa di cambiamenti climatici senza precedenti nella storia dell’umanità, fingiamo di non comprendere, o pensiamo che basti installare una congrua batteria di condizionatori in casa-automobile-lavoro, per poter ignorare le ondate di calore, senza pensare che l’energia spesa per alimentarli aggraverà ulteriormente il problema. Oppure se scarseggia l’acqua, come in quest’estate siccitosa, ci illudiamo che basti fare una buona scorta di bottiglioni di plastica, facendo finta di non sapere che occorre petrolio per produrli e per trasportarli e che tutto ciò aggrava ancora di più il fenomeno. E il razionamento dell’acqua preventivato dalle autorità, comporterà la costituzione di riserve domestiche in secchi, taniche e vasche da bagno, che verranno quotidianamente rinnovate aumentando gli sprechi. E poi ci accorgeremo che gli orti e i campi non si innaffiano con l’acqua in bottiglia, e le produzioni agricole diminuiranno e i prezzi saliranno; qualche economista gioirà perché risalirà l’inflazione che farà circolare più denaro a beneficio del PIL e di nuovi investimenti…ma in cosa se intorno stiamo creando il deserto?
E che dire della ignobile gazzarra che si sta facendo sullo “ius soli” per un pugno di voti che nascono seminando ignoranza e ridicole paure? Gli esperti di clima ci dicono che fra pochi decenni, circa due miliardi di esseri umani migreranno dalle loro terre divenute inabitabili, che questi vivranno principalmente in paesi in via di sviluppo, cioè pagheranno il conto del nostro effimero benessere. Gli scenari climatici più recenti, elaborati dal Ministero dell’Ambiente, ci dicono che fra questi migranti climatici potrebbero esserci anche molti italiani, che fuggiranno da regioni desertificate con lunghi mesi estivi sopra i 40°C. Chi oggi crede di poter respingere con quattro starnazzi politici uno tzunami che monta, guarda alla sua carriera politica e non certo al futuro del mondo e dell’Italia. E che dire dell’aberrante distinzione fra “rifugiati politici” e “migranti economici”? È come dire a questi profughi che se il deserto prodotto dai nostri sprechi di combustibili fossili, per soddisfare la produzione di ogni inutile idiozia e la soddisfazione di ogni stupido sfizio minaccia la vostra sopravvivenza, scatenate una bella guerra altrimenti nessuno vi aiuterà.
E vogliamo ancora chiamarci “homo sapiens”? Sarebbe bello poter far votare sul blog tutte le altre specie per sapere come ci definiscono. Penso che avremmo una bella sorpresa!

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *


*