Il crimine di Trump contro l’atmosfera

donald-trump21Nessuno Stato può vantare un diritto di proprietà sull’atmosfera perché qualsiasi cambiamento che si provoca in essa, in qualsiasi parte del mondo, esplica i suoi effetti su tutto il pianeta in maniera difforme e neppur minimamente legata al luogo dove il cambiamento è stato effettuato. Se si tratta di gas serra che hanno effetti sul clima planetario, le conseguenze, secondo gli studi effettuati in tutti i centri di ricerca mondiali e raccolti dalle Nazioni Unite, mettono a rischio la sopravvivenza di intere popolazioni. La comunità scientifica internazionale ha affermato con minimi margini di dubbio, che se non azzeriamo prima possibile l’uso dei combustibili fossili, i cambiamenti climatici, entro la fine di questo secolo, metteranno a rischio la stessa civiltà umana, che si è sviluppata negli ultimi 11.000 anni, grazie ad una relativa stabilità climatica.
Il famoso accordo di Parigi, firmato poco più di un anno fa da tutti i paesi del mondo, Stati Uniti compresi, impegna tutti i governi a cooperare proporzionalmente al peso della propria economia per salvare l’umanità dalla catastrofe climatica che renderà vaste aree del pianeta inabitabili, o perché sommerse dall’innalzamento dei mari, o perché desertificate, o devastate da alluvioni. In Italia, secondo le analisi più aggiornate, scompariranno i ghiacciai e al sud avremo entro la fine del secolo estati con temperature stabilmente sopra ai 40 °C. Circa un terzo della popolazione mondiale avrebbe serie difficoltà di sopravvivenza.
Ritirarsi da questo accordo, come annunciato dal presidente degli Stati Uniti Donald Trump, per sfruttare qualche decennio ancora di carbone e petrolio, è un crimine contro l’umanità. L’integralismo ideologico negazionista dei risultati della scienza, per mera opportunità di parte, rende il presidente americano un cinico opportunista e costituisce un pericolo estremamente maggiore del terrorismo islamico che oggi tanto ci preoccupa, mettendo a rischio anche le generazioni future del suo stesso paese. Gli effetti sono comparabili a quelli di una guerra atomica unilaterale, che esplode al rallentatore, sviluppando le sue conseguenze catastrofiche nell’arco di alcuni decenni. Come reagire a un simile pericolo?
Le merci europee portano nel prezzo il costo dei permessi di emissioni di gas serra contingentati dal sistema di controllo europeo. In tal modo l’Unione Europea, si sta facendo carico anche del futuro dei cittadini americani, che col loro presidente intendono cogliere un vantaggio sleale mettendosi in concorrenza con le loro merci che non includono il prezzo delle emissioni. L’Europa potrebbe difendersi imponendo dei dazi proporzionali alle emissioni di gas serra causate dalle merci prodotte negli USA.
Ma più in generale, per difendere l’umanità da futuri “presidenti canaglia”, le Nazioni Unite dovrebbero dichiarare l’atmosfera un “bene comune” che va da tutti rispettato nell’interesse di tutti, ed imporre sanzioni a chi non rispetta gli impegni in tal senso.

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