Finchè la barca va…direbbe qualcuno

Il mio hobby di questo periodo è la lettura dei dossier della Commissione di inchiesta sul ciclo illegale dei rifiuti: bonifiche, rifiuti Lazio, rifiuti Basilicata, rifiuti Lombardia, rifiuti Campania e rifiuti radioattivi. Recentemente mi sono imbattuta nel dossier sulla morte del Capitano De Grazia, Ufficiale della Marina militare che si è occupato delle note inchieste sulle navi dei veleni e sullo smaltimento illecito di rifiuti radioattivi, avvenuta il 12 dicembre 1995 mentre era in viaggio per La Spezia per motivi attinenti alle inchieste.

Mi sembra un argomento interessante soprattutto per la diffidenza che regna in materia.

Il dossier della commissione contiene una dettagliata ricostruzione dei fatti, delle inchieste e delle audizioni dei personaggi interessati; ci fornisce tanti spunti di riflessione, ci impone delle domande, ma non dà alcuna risposta.

I fatti contenuti nel dossier sono gravissimi e smentiscono coloro che negano l’esistenza di navi fantasma o una gestione non proprio lecita di rifiuti radioattivi. Le vicende giudiziarie hanno coinvolto quasi tutto il territorio nazionale e hanno avuto risvolti in diversi paesi del Mediterraneo. Si parte dall’Aspromonte, dai depositi illeciti di materiale radioattivo arrivato in Calabria con delle navi; dalla nave Koraby di bandiera albanese respinta nel porto di Palermo per radioattività del carico,  giunta a Reggio Calabria senza un carico radioattivo: cosa era successo? che fine aveva fatto il carico? a Palermo avevano preso un abbaglio? E’ singolare come dall’inchiesta sulla nave Koraby si sia arrivati ad indagare sull’ENEA; sul traffico illegale di plutonio (impiegato per usi bellici) attraverso il riprocessamento di rifiuti liquidi radioattivi; sul sistema internazionale di gestione di rifiuti nucleari sotterrati o affondati in mare aperto; sulle “abilità imprenditoriali” di tal Comerio e sul fantomatico progetto O.D.M.; sul collegamento con altre inchieste giudiziarie (come la morte di Ilaria Alpi); sul coinvolgimento dei servizi segreti e sulla supremazia, come sempre quando si tratta di grossi affari illegali, delle associazioni a delinquere di stampo mafioso. Ma non solo questo. Tali vicende riguardano anche persone: la devozione del capitano De Grazia, la solitudine del Procuratore di Matera Pace, l’ostruzionismo di qualcuno e l’ingenuità di altri ecc.

Sono vicende giudiziarie note, alcune archiviate, altre sotterrate come gli stessi rifiuti, altre abbandonate a loro stesse dopo la scomparsa o l’allontanamento di chi si è dedicato ad esse; altre finite con l’assoluzione dei soggetti coinvolti. Su di loro la barriera del segreto di Stato.

A ciò si aggiunge la nuova consulenza sulla morte del Capitano De Grazia, riconosciuta dalla Commissione, che ricondurrebbe l’evento a una “causa tossica” che però non si potrà accertare!?

Quello che mi colpisce è il fatto che la Commissione riporta e riconosce eventi gravi, ovviamente non dà giudizi, ma non fornisce neanche un input per la futura gestione. Riconoscere la mancanza di chiarezza su alcuni fatti riguardanti la morte di una persona, significa riconoscere la gestione oscura della vicenda, e perchè non prendere posizione?

La morte del Capitano De Grazia è oscura tanto quanto l’intera vicenda sulle navi “a perdere” e si unisce ai tanti casi irrisolti della nostra storia giudiziaria. Colpa della magistratura? io non credo. La magistratura quando ha gli strumenti svolge il suo lavoro; in questi casi, come in tanti altri, qualcuno non vuole.

Io, non so perchè, immagino quel qualcuno che canticchia “finchè la barca va lasciala andare” finchè non affonda.

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