“Uno al Giorno”…quando il cinema scuote la coscienza ambientalista

Green…..green…..green……L’impegno ambientalista di molti attori stranieri è piuttosto noto, penso all’ultimo film di Matt Damon, “The promised land”, contro le trivellazioni petrolifere, ma anche all’appello che Colin Firth ha fatto a favore di Survival International in difesa degli Awà, popolazione dell’Amazzonia brasiliana la cui sopravvivenza è seriamente compromessa dalle scelte governative e dallo scempio dei taglialegna. In Italia sono veramente pochi gli attori che si prestano a impegni ambientalisti e umanitari di grande portata. Ma qualcosa sta cambiando, c’è voluta la tenacia e il coraggio di Greenpeace, da sempre in prima linea sui temi ambientali, a ispirare e produrre il cortometraggio “Uno al Giorno” che denuncia i danni causati al Paese dal carbone impiegato da Enel nella produzione di energia. E la sensibilità e la partecipazione gratuita di Alessandro Haber, Paolo Briguglia, Pino Quartullo, Sandra Ceccarelli, Mimmo Carlopresti e la musica dei Subsonica.
La storia è molto semplice ma al contempo agghiacciante: una situazione domestica e tranquilla viene disturbata dall’arrivo di un venditore di energia, che con un atteggiamento formale e rassicurante spiega il servizio offerto e la convenienza della bolletta; ma insieme a lui c’è una figura oscura, inquietante, un ombra che deposita, come fosse un regalo, un sacchetto “mortale”.
Secondo una ricerca commissionata da Greenpeace ad un ente indipendente, i veleni prodotti dalle centrali a carbone provocano una morte prematura al giorno e danni ambientali per 1,8 miliardi di euro. “Sono dati che risalgono al 2009, e ora – dice Giuseppe Onufrio direttore di Greenpeace Italia – la produzione è aumentata di alcuni punti”. Ma è una Campagna difficile – continua Onufrio – perchè si attacca uno dei più grandi investitori pubblicitari e perché il 31% di Enel è pubblico.
Il carbone è la strada più rapida e dolorosa per alterare definitivamente il clima e per avvelenare ulteriormente l’aria che respiriamo – dice Andrea Boraschi, responsabile della campagna Energia e Clima di Greenpeace Italia – ed Enel deve cambiare subito i suoi piani di ulteriore sviluppo della produzione da questa fonte.
Alessandro Haber spera che il corto scuota le coscienze e faccia capire che “dietro ad un venditore bonario c’è un piano industriale forte incurante della salute e dei danni” . Non so quanta diffusione avrà questo filmato: tutto ciò che racconta i disastri di alcune attività umane sul nostro pianeta e sul suo ecosistema dovrebbe avere la più ampia diffusione possibile. Penso che il cinema possa fare la sua parte.

per vedere il video: http://www.greenpeace.org/italy/it/News1/news/Uno-al-giorno-il-corto-che-denuncia-lo-sporco-carbone-di-Enel-/

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