Mentre ieri si apriva la conferenza mondiale sul clima a Marrakech in Marocco, con una robusta delegazione tecnico-burocratica italiana proveniente da Ministero dell’ambiente, Cmcc, Ispra e Enea (perchè diavolo dobbiamo poi avere tante sigle diverse operanti tutte sullo stesso tema a me pare un mistero…) i (pochi) lettori del Corriere della sera vengono accolti da un confuso ed irritante editoriale del famoso giornalista Paolo Mieli.
Invece di rimarcare l’importanza stategica e pacifica di questo evento, che ha assunto connotati molto più rilevanti di quanto non si sperasse, dopo che la nuova convenzione climatica globale (Trattato di Parigi, per contenere le temperature sotto i + 2 gradi) è entrata in vigore, Mieli si è lanciato in spericolate valutazioni sulla distribuzione dei carichi delle emissioni tra occidente e Cina, e addirittura ha sfoderato una serie di citazioni cinematografiche (DiCaprio) o politiche (il fratello di Corbyn ha detto…) per diffondere scetticismo invece di parlare di cose concrete.
Parliamo noi di cose concrete allora.
1) il clima del pianeta si sta riscaldando a velocità impressionante, con gli ultimi due anni record assoluti da quando ci sono reti termometriche, e il 2016 che si avvia a batterli ancora
2) il livello di anidride carbonica in atmosfera ha superato di recente le 400 parti per milione, un dato sicuramente mai visto nell’ultimo milione di anni e raggiunto in un batter di ciglia geologico (solo sessant’anni fa il livello stava a 315 ppm e prima dell’era industiale oscillava sotto il livello 280)
3) i cambiamenti in corso sulla crosta terrestre sono di tale imponenza (basti pensare allo scioglimento dell’Artico) che si va affermando tra gli scienziati la nuova denominazione di Antropocene per la corrente era geologica (il che implica, che sia chiaro una volta per tutte, che quel che sta accadendo è dovuto alle industrie e ai consumi dell’homo consumisticus, e alle conseguenti emissioni di gas serra, e *non* a cause naturali)
4) finalmente l’anno scorso a Parigi tutte le nazioni del mondo hanno riconosciuto l’esistenza e la gravità del problema climatico e si sono accordate per prendere contromisure al fine di impedire che il riscaldamento proceda senza soste verso livelli catastrofici. Hanno anche fissato il limite di +2 gradi come insuperabile, con l’impegno a stare sotto un grado e mezzo
5) sorprendentemente il trattato è entrato in vigore in meno di un anno, con la ratifica di oltre 55 paesi, che fanno più del 55% per cento delle emissioni globali, ed è quindi operativo
6) l’Europa di cui facciamo ancora parte, ha fissato impegni rilevanti per ottemperare al trattato di Parigi, che prevedono un taglio del 40% delle emissioni di gas serra entro il 2030, più numerose altre condizioni al contorno (il 2030 è praticamente vicinissimo dato che questi tagli implicano forti riorganizzazioni strategiche dei sistemi energetico, dei trasporti, agricolo e urbano)
7) l’Italia su questi temi è quasi ferma, avendo interrotto dal 2013 la quasi prodigiosa trasformazione del proprio sistema elettrico, avvenuta dopo i provvedimenti del secondo governo Prodi. Abbiamo oggi un fermo alle installazioni di rinnovabili e non vi sono politiche chiare per la diffusione della trazione elettrica, che incontra anche la chiara opposizione di Marchionne (ad Fca, per chi non lo sapesse). Sono invece disponibili incentivi per ristrutturazioni edilizie energetiche (riduzione dei consumi energetici nelle case e altri edifici) ma non sono interventi obbligatori
8) l’informazione del pubblico italiano e anche dei decisori politici è sbalorditivamente insufficiente in questo momento storico in cui ogni politico dovrebbe essere anche scienziato vista l’enormità delle competenze che dobbiamo mettere in campo per foronteggiare questa Crisi globale (con potenti effetti locali come ben sanno gli alluvionati di New Orleans, New York, e Mirandola)
(continua)
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