Secondo un importante rapporto europeo commentato dal giornalista scientifico Fred Pearce (New Scientist del 9 novembre 2013) c’è almeno una buona notizia in mezzo al mare di quelle cattive che riguardano i cambiamenti climatici, ovvero che per la prima volta nel 2012 le emissioni serra hanno cominciato a mostrare segni di rallentamento, cioè sono sì cresciute, superando il record precedente, ma meno di quanto avevano fatto l’anno prima, e la crisi non c’entra nulla. Il Pil mondiale infatti è salito di tre punti e mezzo mentre le emissioni “solo” di un punto o poco più. In sostanza il sistema produttivo globale mostra per la prima volta la tendenza a diventare più efficiente e meno emissivo e la crescita economica si sta sganciando da quella del carbonio. Per salvaguardare il clima della Terra da riscaldamenti intollerabili le emissioni di gas serra devono drasticamente diminuire ma, un po’ come una nave che debba invertire la rotta, bisogna prima di tutto che rallentino fino a fermarsi, e solo allora si potranno far diminuire. In questo senso sembra si stiano muovendo gli Usa, che hanno smesso di aumentare le emissioni dal 2007 e sono tornati l’anno scorso al livello di metà anni Novanta (circa 5 miliardi di ton, ovvero 15 ton/testa/anno, nella Ue siamo sulle 8…). Il Pil americano ha comunque continuato a crescere ed è ora quasi il triplo di quello del ’92.
La Cina invece produce due terzi del Pil degli Usa ma le emissioni cinesi sono il doppio… siamo a quasi 10 miliardi di ton, che pro capite però scendono verso le 7 ton/anno. Ma la Cina sta finalmente avviando un grosso sforzo per rendere meno inquinante la propria economia, e un primo segnale incoraggiante è la diminuzione dell’intensità di carbonio (CO2 emessa per dollaro di Pil) che è scesa del 4,3%. In sostanza i cinesi stanno tentando di ridurre la dipendenza dal carbone e per questo puntano su efficienza, rinnovabili e, ahimè, nucleare, con molte nuove centrali in costruzione… Speriamo non debbano pentirsi di quest’ultima opzione. Buon 2014!
ps chi volesse consultare il rapporto in originale può scaricarlo da qui