Caro, che ne dici se compriamo uno NZEB?

Nel settore dell’edilizia, tra gli addetti ai lavori, oggi la parola d’ordine è “NZEB”. E non è un caso, se proprio l’Europa ci punta molto, tanto da introdurre il concetto (e gli obblighi al 2018 e al 2020 per le nuove costruzioni) già quattro anni fa, con la direttiva 2010/31/UE sulla prestazione energetica nell’edilizia. NZEB sta per “Nearly Zero Energy Building”, edificio ad energia quasi zero. E, stante ad affidabili voci di corridoio, il “quasi” è stato introdotto su specifica istanza dell’Italia, per venire incontro alle sue insistenti richieste, dopo una serrata trattativa. Gli NZEB sono edifici pubblici e privati, residenziali o non, ad altissime prestazioni energetiche. Su cosa si intenda poi per altissime prestazioni, l’Europa non si è esplicitamente espressa, lasciando spazio (come spesso accade) a ciascuno degli stati membri per definizioni più dettagliate. Oggi, anche tra gli esperti non c’è ancora pieno accordo su requisiti minimi e modalità di valutazione. Ovvero, su quali modelli di calcolo adottare e, per semplificare, su quali saranno gli indici di prestazione che potremmo trovare, per esempio, sugli Attestati di Prestazione Energetica di questi edifici. ENEA, CTI, RSE, di concerto con il Ministero dello Sviluppo Economico, sono a lavoro per fornire a brevissimo indicazioni a supporto delle normative nazionali a riguardo. Quel che è certo è che uno NZEB dovrà fortemente ridurre il suo consumo di energia primaria attraverso il miglioramento dell’isolamento termico e l’adozione di accorgimenti progettuali e impiantistici, garantendo il residuo fabbisogno energetico principalmente attraverso fonti rinnovabili. E fin qui il tutto non sembra poi neanche così complicato. Già oggi, infatti, possiamo trovare fabbricati di recente costruzione che vantano bassissimi consumi di energia. Molte in realtà sono le questioni ancora aperte. Qualche spunto. Aumentare l’isolamento di pareti, coperture e superfici vetrate diminuisce sì la dispersione del calore verso l’esterno, ma che dire del comportamento energetico estivo di tali edifici? Quali metodologie di calcolo sono a tal proposito più idonee a valutare l’impatto della climatizzazione sui consumi totali? Ridurre tali fabbisogni, soprattutto per i più miti climi dell’area mediterranea dove da tempo il picco di richiesta di potenza si verifica non più a dicembre, ma in estate proprio a causa dell’incremento dei sistemi di condizionamento, risulta fondamentale. E come la tendenza ad uno più spinto grado di isolamento dell’edificio può influire sulla qualità dell’aria interna, sempre meno sostenuta dalla circolazione naturale di quest’ultima? Diversi studi hanno dimostrato come la presenza di un forte isolamento alteri il bilancio termoigrometrico interno, favorendo la proliferazione di muffe e accelerando la crescita di batteri dannosi per la salute dell’uomo. Si pensi a scuole o luoghi di lavoro, dove le ore di permanenza in un ambiente così “sigillato” sarebbero molte, tanto da indurre ad installare un sistema di ventilazione meccanica che garantisca un adeguato livello di salubrità all’aria che respiriamo. Di certo, un tale sistema ha un impatto significativo su spesa energetica ed energia primaria consumata…questo impatto potrebbe vanificare gli sforzi fatti per aumentare l’isolamento dell’edificio? Ancora, non andrebbe sottovalutata l’influenza sulla vita utile della struttura edilizia della presenza di cappotti termici che impediscono il tradizionale flusso di umidità tra interno ed esterno dell’edificio. Infatti, la formazione di alghe e altri organismi che può essere riscontrata sulla superficie di tali pareti ne riduce la durata nel tempo e ne aumenta i costi di manutenzione.
Da tutto ciò deriva una risposta quasi scontata alla domanda del titolo: “Cara, non mi sembra proprio il momento”. Ecco, bisogna al più presto uscire da questo stato di inconcepibile stasi, sfruttando le opportunità che derivano da tali tipologie di edifici in fatto di risparmio energetico e contribuendo, in maniera significativa, anche al rilancio del settore edilizio.

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