I certificati bianchi: un’opportunità da sfruttare!

I certificati bianchi, o titoli di efficienza energetica, rappresentano uno degli strumenti più efficaci con cui, ad oggi, viene promosso il risparmio di energia. Questo meccanismo di incentivazione è diffuso in diversi paesi europei tra cui Francia, Irlanda, Danimarca e Regno Unito. Sebbene con regole e campi di applicazione differenti, i certificati bianchi sono adottati allo scopo di ridurre i consumi di energia primaria o le emissioni di gas serra, e quindi raggiungere gli obiettivi fissati dal pacchetto clima-energia 20-20-20.
Solo in Italia il sistema è davvero utilizzato a pieno, potendo includere azioni di miglioramento realizzate oltre che nel settore residenziale e terziario, anche in quello industriale e dei trasporti, nell’illuminazione pubblica e nella distribuzione dell’energia. Una volta tanto, un primato positivo del nostro paese. Introdotti nel 2004, i certificati bianchi hanno stimolato e continuano a sostenere gli investimenti nel campo dell’efficienza energetica di singoli cittadini, enti pubblici e aziende. Possono accedere al meccanismo di incentivazione gli interventi riguardanti l’adozione di tutte le tecnologie caratterizzate da un livello avanzato rispetto a quello di prassi presente sul mercato. In sostanza, viene premiato chi utilizza meno energia dei propri “concorrenti” per produrre lo stesso bene, assicurare lo stesso servizio, o soddisfare i propri fabbisogni. E lo fa grazie all’impiego delle migliori soluzioni tecniche disponibili, magari sostenendo un costo iniziale d’acquisto più elevato. Per fare qualche esempio, uno stabilimento industriale che sostituisce i motori elettrici d’azionamento con motori con classe di efficienza superiore o il proprietario di casa che migliora l’isolamento termico della propria abitazione, in quanto contribuiscono a ridurre gli utilizzi finali di energia senza “sacrificio” energetico. E’ inoltre possibile ottenere certificati bianchi a seguito dell’installazione di piccoli impianti a fonti rinnovabili (anche fotovoltaico e solare termico) e di cogenerazione ad alto rendimento. Certo, il meccanismo dei titoli di efficienza energetica non è perfetto, e in evoluzione. Tra i tanti limiti, l’esistenza di una minima quantità di risparmio di energia necessaria per poter presentare richiesta (dipendente dal metodo di calcolo scelto tra i tre possibili, ma comunque non inferiore a 20 tep). E la non scontata convenienza rispetto ad altri sistemi di incentivazione di cui uno stesso intervento può usufruire (vedasi conto termico, detrazioni fiscali, etc.), da valutarsi caso per caso.
Dal primo gennaio di quest’anno il sistema ha cessato di essere retroattivo: sono ammessi solo i progetti già avviati ma non ancora conclusi oppure non ancora realizzati. Quindi…che aspettiamo a cogliere questa opportunità?

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