La bella storia del cricket italiano e di quella volta che ha affrontato il Marylebone Cricket Club

Una fase dell’incontro di cricket tra l’Italia e il Marylebone CC

Avevo promesso di parlare di sport low cost (sollecitato anche da alcuni interventi); vi racconto una storia, così come l’ho sentita. L’ha narrata Giovanni Malagò, candidato alla presidenza del CONI, in occasione di SportsDays. “Non conoscevo Simone Gambino (presidente della Federazione italiana cricket e “terzo uomo” candidato alla presidenza del CONI, ndr) così ho deciso, qualche giorno fa, di provare ad incontrarlo. Essendo entrambi, per una serie di coincidenze, a Venezia, lo chiamo. Mi dice “raggiungimi a Campalto, che voglio farti vedere una cosa..”. Quando arrivo lo trovo su un prato verde, tra l’argine del fiume ed alcune abitazioni. Aveva appena finito di ripulirlo da sassi e arbusti. “Vedi, mi dice, domani qui giochiamo la partita della Nazionale contro il Marylebone Cricket Club….”
Avete letto bene: una partita ufficiale della Nazionale su un campo in mezzo alla pianura padana, senza impianti, senza tribune, senza steccati, “senza soldi, facciamo quello che possiamo!”.
Incuriosito dalla storia chiamo Gambino e gli chiedo ulteriori dettagli. Mi mette in contatto con il presidente della società sportiva “proprietaria” del campo, Alberto Miggiani (bioarchitetto e lettore di rinnovabili.it) della ASD Venezia Cricket, che mi racconta com’è nata l’idea di utilizzare il suolo pubblico per un campo “ufficiale” di cricket. “Abbiamo chiesto al comune di poter utilizzare questo prato, abbiamo costruito il pitch e delimitato l’area di gioco… c’è qualche irregolarità del terreno, ma comunque è un campo che ci permette di fare attività.” Mi risponde al telefono di ritorno da Venezia, dove è andato a prendersi alcuni avanzi della Maratona (la moquette); gli servono per migliorare il campo “non buttiamo via nulla…
In occasione dell’inaugurazione, a maggio di quest’anno, l’amministrazione comunale di Campalto, al gran completo, ha ricordato che il cricket è uno sport a basso impatto ambientale.
Non so se sia vero, ma non mi interessa. Sicuramente il cricket in Italia è uno sport ad alto valore sociale. Di esso i media hanno parlato quando nel 2009 la Nazionale giovanile italiana vinse il titolo continentale con una formazione composta da ragazzi di origini diverse (anglo-italiani, bengalesi, pakistani, indiani e dello Sri-Lanka). Una Nazionale arcobaleno, così come i tesserati di questa Federazione che rappresenta, come meglio non si potrebbe, lo spirito multietnico del nostro paese.
Una federazione (DSA, per l’esattezza, ma non credo che questo sia importante) che vive con contributi minimi da parte del CONI (nel 2012 circa 80mila) ma nonostante questo, la sua attività coinvolge segmenti della nostra società che resterebbero ai margini. La pratica, anche grazie alla fantasia e al senso civico dei propri dirigenti, ha il merito di riqualificare le periferie, come nel caso di Campalto o come si è cercato di fare a Gallarate, a luglio, con il conseguente corollario di stupide polemiche.
Molti potranno obiettare che infondo il campo di Campalto non è una novità rispetto ai tanti campetti di periferia sui quali cresce (o forse è meglio dire, è cresciuta) la nostra gioventù. Probabilmente è vero, anche se se ne vedono sempre meno. Quello che però lo rende originale è che su di esso si è celebrata una partita della Nazionale, contro un avversario che forse in Italia dirà poco ma che nel mondo del cricket (tra Inghilterra, Pakistan e India, il cricket vanta circa 2 miliardi di tifosi) rappresenta il più prestigioso club della storia. Più semplicemente noto con l’acronimo MCC, è il fondatore, codificatore e a tutt’oggi depositario delle regole del gioco. Il Marylebone Cricket Club è proprietario del leggendario campo londinese di Lord’s, dove il 27 luglio scorso lo sport azzurro ha conquistato la sua prima medaglia olimpica di Londra 2012 (vincendo l’oro nella prova del tiro con l’arco maschile). Bene, proprio questo pezzo della storia sportiva mondiale che quando gioca in casa lo fa tra cappelli a cilindro e tight, è stato ospitato in un campo rubato alle mamme e ai cani, a Compalto. La forza dissacrante del gesto del presidente Gambino (più per necessità che per convinzione), così come la sua candidatura alla presidenza del CONI, con un programma di netta discontinuità con il passato, ci dice che lo sport ha più risorse di quanto si pensi e che si può vincere anche low cost. Perché, ed è questo il lieto fine della storia, la Nazionale, dopo aver perso la prima partita, nel secondo giorno di gara ha portato a casa il risultato. Come si scrive in questi casi, con somma soddisfazione del pubblico presente.

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