La FIAB e la sua Mission.

Quando iniziai a fare bicicletta, circa 10 anni fa, non avevo per nulla idea di dove sarei andato a parare: ho abbandonato il mio Studio di Consulenza per entrare a nel mondo della Bici! In questa scelta coraggiosa ma anche e soprattutto incosciente ha contribuito sia mio fratello, che mi ha fatto conoscere la mountain bike, ed io me ne sono innamorato, ma poi la FIAB.

La FIAB, Federazione Italiana Amici della Bicicletta, è un‘organizzazione ambientalista che ha come finalità principale la diffusione della bicicletta quale mezzo di trasporto ecologico e la promozione e riqualificazione dell’ambiente (urbano ed extraurbano).

Con la FIAB ho trovato la realizzazione di molti dei miei ideali: l’ambiente, il rispetto della Natura, la voglia di migliorare le nostre città… Su questi argomenti ci sono proprio i compiti che le varie associazioni aderenti alla FIAB svolgono con la missione di fare lobbying nei confronti dei pubblici poteri per ottenere interventi e provvedimenti a favore della circolazione sicura e confortevole della bicicletta e, più in generale, per migliorare la vivibilità urbana (piste ciclabili, moderazione del traffico, politiche di incentivazione, uso combinato bici+mezzi collettivi di trasporto, ed altro); organizzando manifestazioni di ciclisti, presentando proprie proposte e progetti, ecc. Una sintesi delle nostre richieste potrebbe essere “More and better cycling” e lo slogan della Federazione è “In bici per l’Ambiente”.

Tante sono le iniziative della FIAB,  dalle attività ciclo-escursionistiche alla pubblicazione di guide e percorsi, la realizzazione di ciclo-itinerari e soprattutto di una Rete Ciclabile Nazionale denominata BicItalia, ecc ecc. Vi rimando al sito della FIAB per l’approfondimento: www.fiab-onlus.it

 

 

 

Di seguito un estratto dalla prima intervista nell’ambito dell’iniziativa #ChiediloaFiab, ad Antonio Dalla Venezia, presidente della Federazione Italiana Amici della Bicicletta, sulla Mission della Fiab

 

Quali sono le principali strategie per il raggiungimento della mission?

Premesso che alcune delle strategie in particolare sono espresse nelle tesi successive, le strade da percorrere per il raggiungimento della mission Fiab sono essenzialmente due. Formazione e pressione politica. Per formazione si intenda educazione a livello scolastico, amministrativo, e naturalmente interno alla Federazione stessa. Tutte le iniziative di ambito scolastico sono raccolte nel sito Fiab Scuola, in particolare si tratta di organizzazione di Bicibus, concorsi fotografici legati alla bicicletta, seminari, lezioni, o eventi, come Bimbimbici.

Per la formazione degli amministratori pubblici, invece, Fiab ha organizzato nel tempo diversi viaggi studio, in Italia (Bolzano) ma anche in Francia, Germania e Svizzera. Siamo noi a contattare direttamente le amministrazioni, in genere per la partecipazione a convegni, seminari e workshop. Ovviamente ci sono amministrazioni interessate (quasi sempre le stesse) e altre meno.

Sul piano della pressione politica la questione è più complicata, perché gli interventi principali in favore della ciclabilità sono realizzati a livello locale, per cui tutte le manifestazioni e le iniziative sono in mano alle Fiab locali. Ricordo alcune battaglie come per la realizzazione della pista ciclabile sul tratto di ferrovia Treviso-Ostiglia, a cui parteciparono circa 1000 persone. In genere, comunque, la filosofia di Fiab è di mantenere sempre un atteggiamento propositivo e costruttivo piuttosto che esclusivamente critico.

 

 

La mission Fiab deve essere fare lobby seriamente, e lasciare in secondo piano ogni aspetto ciclo escursionistico?

Quello dell’aspetto cicloescursionistico e domenicale penso sia un falso problema. Abbiamo valutato che il 50 % delle persone che si avvicinano a Fiab lo fanno per via delle gite e delle pedalate della domenica, e ovviamente dobbiamo tenerne conto. Poi è vero che il nostro “lavoro” si deve concentrare principalmente sulla ciclabilità urbana.

Il Libro Rosso lo proporremo, anche se come riconosce la considerazione stessa è un’iniziativa che interessa la sfera locale. Ci sono delle regioni dove Fiab ha una partecipazione maggiore (il 35% dei nostri iscritti risiede in Lombardia e Veneto) e altre meno.

 

 

Guardando alla Mission, quali sono, in vent’anni di esistenza, i principali risultati e conquiste riconducibili alla Fiab?

La più antica è la battaglia per il trasporto bici sui treni regionali. Questa possibilità è stata introdotta in Italia nel 1988 proprio grazie al lavoro della Federazione, e successivamente, dal 1992, è stato possibile caricare la bici nella sacca su tutti i treni. Probabilmente è un risultato ancora lontano dai Paesi europei con un trasporto bici più avanzato (Austria, Germania, Paesi Bassi) ma non tutto può fare la Fiab, è evidente che da parte delle compagnie ferroviarie non c’è molta attenzione a queste tematiche.

Un altro successo della Fiab è l’istituzione dell’Ufficio Biciclette nei comuni. Sono una proposta tutta Fiab, adottata oggi in 35 città, come al solito quasi sempre le stesse (quelle che partecipano ai viaggi studio). Il problema è sempre quello: il lavoro di Fiab c’è, poi ci sono amministrazioni più attente e altre più sorde.

Ma il risultato più importante può considerarsi la legge 366 del 1998, l’unica che preveda oggi in Italia il finanziamento di piste ciclabili, scritta a più mani dai tecnici Fiab e da alcuni deputati (vedi Galletti dei Verdi).

Il recupero delle ferrovie dismesse in tratti ciclabili è un’altra iniziativa Fiab, portata avanti da 10 anni e grazie alla quale sono stati realizzati diversi itinerari.

In ultimo, anche Bicitalia, il progetto di rete cicloturistica nazionale, è un progetto Fiab, riconosciuto oggi da diverse regioni (Puglia, Liguria, Friuli Venezia Giulia).

 

Il progetto Bicitalia ha ottenuto i finanziamenti di cui ha bisogno per essere realizzato?

Il “riconoscimento” da parte delle Regioni è il primo passo per accedere ai finanziamenti, ma ancora non ce ne sono stati.

 

Cosa ha notato Fiab in meglio e in peggio per il mondo della bici e della sicurezza stradale nel 2012?

In meglio, sicuramente più attenzione da parte dell’opinione pubblica, grazie anche alla nascita del movimento #salvaiciclisti, che ha saputo coinvolgere i cittadini a partire dalla rete meglio di quanto abbia saputo fare Fiab. Risultati concreti in un anno comunque sono difficilmente percepibili, quello dello sviluppo della ciclabilità è un obiettivo che parte dall’educazione ed i cui risultati sono tangibili nel medio e lungo termine.

Il grosso risultato del 2012 comunque è il riconoscimento della campagna Fiab per l’infortunio in itinere. Oggi contiamo più di 100 adesioni tra Comuni, Province e Regioni, di cui il 60% almeno risalenti all’anno passato. Per ora c’è un disegno di legge che dovrà essere ripresentato con il rinnovo del Parlamento dopo le prossime elezioni di febbraio.

 

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