RIFIUTI E SOSTENIBILITA’: un matrimonio da fare

Benvenuti a Wasteland, un territorio ricco di sorprese e dove, sulla spinta di normative più restrittive, la via verso una maggiore  sostenibilità sembra aperta. Ormai è dimostrato che le aziende che hanno fatto della sostenibilità un punto di forza, ottengono risultati migliori in termini di quote di mercato. Se fino a pochi anni fa l’attenzione per i temi socio-ambientali veniva considerata una questione di reputazione, oggi i più avveduti lo considerano anche un modo per ridurre i costi di produzione.

Uno dei settori in cui il concetto di sostenibilità interagisce fortemente con l’ambiente e l’economia è quello dei rifiuti, solidi e liquidi, di origine soprattutto industriale. In questo settore c’è ancora molto da fare soprattutto perché il nostro modo di esistere è, dal punto di vista ecologico, estremamente dissipativo.

C’è addirittura chi afferma che se tutte le nazioni del mondo si mettessero a produrre beni al ritmo di un paese industrializzato non basterebbero 8 pianeti come la terra, in termini di risorse primarie, per sostenere questo sviluppo. Del resto è logico, solo Homo sapiens, durante il suo breve passaggio sul pianeta ha continuato ad aprire cicli senza chiuderli, contrariamente a quanto avviene in natura. Tant’è che fino a qualche anno fa, quando ci si accingeva a progettare un impianto produttivo, prevaleva l’approccio del tipo “end of pipe” che, tradotto in termini pratici, significa: io produco beni ed ai rifiuti ci penserà qualcuno posto, appunto, alla fine del tubo di scarico.

Fra gli addetti ai lavori, inoltre, è sempre esistito una sorta di assioma secondo il quale un impianto di trattamento di rifiuti/reflui rappresenta una perdita perché richiede apparecchiature, personale e reagenti senza produrre nulla. Anche se poi il “nulla” rappresenta il rispetto dell’ambiente.

Ed invece trattare rifiuti può essere anche molto conveniente soprattutto se si considerano i costi ambientali, mai inseriti nel bilancio economico.

Spesso non siamo consapevoli dei rifiuti che produciamo e del loro valore intrinseco perché siamo abituati a considerare “rifiuto” solo ciò che finisce nella pattumiera prima ed in discarica poi.

Se potessi infilare le mani nelle vostre tasche, borse e zaini, sono sicuro di trovare almeno 2-3 aggeggi elettronici che a breve diventeranno rifiuti: telefonini, lettori, telecomandi, PC, etc.

E’ stato stimato che ogni abitante europeo produce annualmente 14 kg di rifiuti elettronici (RAEE) che in Italia fanno 840.000 tonnellate.

In termini di materiali, i RAEE costituiscono una vera e propria miniera dalla quale ricavare plastiche pregiate, vetro e metalli come Fe, Al e Cu ma anche Au, Ag, Pt e terre rare.

In un kg di schede elettroniche è possibile trovare fino a 2 grammi di oro che a 40 euro/g fanno 80 euro. Il valore dell’oro presente nelle schede, quindi, da solo giustifica il trattamento. Infatti se potessi trattare tutti i RAEE italiani potrei recuperare parecchi kg  di oro, argento, rame, tantalio etc.

Anche dal punto di vista ambientale, considerata l’elevata impronta ecologica dell’industria estrattiva, risulta evidente il risparmio di territorio. 10 grammi di oro equivalgono a 5000 tonnellate di roccia scavata, senza considerare l’acqua, il personale ed i reagenti necessari per l’estrazione.

Si calcola che recuperando l’oro presente in tutti i computer venduti in un anno nel mondo, si eviterebbe di scavare 15 milioni di tonnellate di roccia (½ miliardo di m3).

Vista la pericolosità dei RAEE, anche la normativa prevede il trattamento accompagnato possibilmente dal recupero.

Ebbene a tutt’oggi in Italia non esiste un impianto per il trattamento associato al recupero di metalli! I RAEE vengono smontati e le schede elettroniche, quotate oltre 8.000 euro/ton, vengono spedite in impianti fuori dal territorio nazionale lasciando ad altri il grosso del guadagno derivante dal recupero dei metalli pregiati.

Qui in Italia ci limitiamo quindi a svolgere un lavoro semplice e remunerativo ma poco rappresentativo di un paese tecnologicamente avanzato: lo smontaggio e la …… spedizione!

In una scheda elettronica sono presenti, infatti, oltre 60 elementi del sistema periodico ed un processo di separazione selettiva, soprattutto dei metalli più pregiati, non solo darebbe opportunità occupazionali e di crescita per i territori coinvolti, ma affrancherebbe, almeno in parte, il Paese dall’approvvigionamento di materie prime.

L’unico modo per rimanere competitivi è quello di puntare sull’innovazione tecnologica intesa come rinnovo dei processi produttivi (pensate alla rivoluzione creata dalla sostituzione dei solventi organici con l’acqua nelle vernici). C’è bisogno di minimizzare il consumo energetico di un processo, come la necessità di valorizzare i residui di lavorazione (quello che per un processo è un residuo per un altro può essere una materia prima).

A volte però l’ingegno non basta, ci vuole un “sistema” che faciliti la realizzazione di un’idea.

E’ chiaro che ognuno deve fare la propria parte: l’imprenditore deve essere più coraggioso ed assumersi il rischio d’impresa  lasciando spazio alle nuove idee.

L’università e gli enti di ricerca devono collaborare maggiormente con le imprese rivalutando la cosiddetta ricerca applicata.

Lo stato deve dare maggiori incentivi alla ricerca destinandovi più risorse e la politica deve guardare al mondo reale con più serietà e razionalità: non si può aspettare 3 anni per autorizzare la costruzione di un impianto, non si può frantumare le competenze. Se ho la fortuna di sviluppare ed ingegnerizzare un processo innovativo, non è detto che dopo 3 anni sia altrettanto competitivo.

Alla prossima.

15 thoughts on “RIFIUTI E SOSTENIBILITA’: un matrimonio da fare

  1. Articolo chiaro, preciso e molto utile a far capire l’importanza di riciclare oggetti, in questo caso RAEE), per renderli riutilizzabili e dargli un valore aggiunto ed economico.

    • ….. senza considerare la salvaguardia delle risorse naturali e dell’ambiente in generale. Ad esempio cerca su google le immagini della miniera di Mirny in Siberia.

  2. Una società italiana che si occupa di recupero dei metalli dai RAEE esiste. Si tratta della CHIMET SpA che ha i suoi impianti in provincia di Arezzo. Noi del laboratorio fotovoltaico dell’ENEA Casaccia ci collaboriamo per lo sviluppo di paste per la serigrafia dei contatti di argento sulle celle al silicio. E’ una socientà importante: probabilmente è la più grossa della provincia di Arezzo visto che nel 2011 il fatturato è stato di 1,4 miliardi di euro.
    Tratta 12.500 tonnellate di scarti all’anno da cui ricava 500 chili di oro al giorno e lavora metalli preziosi per un valore totale di oltre 5 miliardi di euro.

    • La Chimet (unoaerre) nasce per il recupero di oro e argento da rifiuti/residui da laboratori orafi. Utilizza un processo termico con raffinazione di tipo idrometallurgico. Con il tempo ha allargato il trattamento, conto terzi, di altre tipologie di rifiuto. In altre parole porti un rifiuto, ti fanno una caratterizzazione dello stesso, una valutazione e ti restituiscono oro, argento, platinoidi etc. scalando, ovviamente, i costi del servizio. Da quello che so molti imprenditori italiani preferiscono inviare le schede elettroniche in Germania, ritenuta più “conveniente”. In Italia gli impianti di recupero sono tutti di tipo termico, hanno tutti la stessa origine (industria orafa) e sono quasi tutti dislocati nelle province di Arezzo e Vicenza (è un caso?). Attualmente esiste solo una piccola realtà, probabilmente ancora in fase pre-industriale, in Sardegna che adotta un processo sviluppato per le schede elettroniche. Il processo adottato è di tipo idrometallurgico ovvero un processo che lavora a freddo e quindi meno inquinante.
      Quello dei RAEE è uno dei pochi settori dove alla sostenibilità ambientale si associa quella economica, pertanto il mio appello era rivolto alla creazione di un “sistema” che tratti e recuperi tutti i metalli non solo oro e argento. Ho appena messo a punto un processo per il recupero di rame elettrolitico (circa 8000 dollari/ton) da schede elettroniche (circa 300 kg/ton) però l’interesse sembra sempre rivolto all’oro, forse perchè evoca ricchezza e prosperità.

      • Sono d’accordo con te sulla possibilità/necessità di recuperare tutti i materiali presenti sulle schede madri, cartucce, cellulari, ecc.
        Però volevo chiedere a voi che sembrate molto ben informati -spero- ma quanto costa un impianto per il riciclaggio delle schede? E puoi dirmi di più sul tuo sistema per il recupero del rame?
        Hai dati più precisi sulla quantità di oro, argento, ecc che si può ricavare da una tonn di ewate trattata?
        Magari avete una sorta di business plan su costi/ricavi per un impianto del genere?
        Se non fosse proprio impossibile mi piacerebbe poterlo realizzare -anche all’estero magari – con possibilità di costi minori… ke dite? Fatemi sapere che sono molto interessato e curioso!
        Se volete potete rispondermi alla mia mail alfatango73@yahoo.it – Vi aspetto!!!

        • nel mio laboratorio dell’ENEA da tempo lavoro allo sviluppo di processi per il recupero di materie prime da rifiuti (batterie, marmitte, ceneri, loppe, etc) e recentemente ho sviluppato un processo per il recupero dei metalli da schede elettroniche. L’esperienza mi dice che il problema non è il processo o l’impianto, sebbene per le autorizzazioni siano necessari anni: il problema è il reperimento dei materiali.

  3. Qualcuno sa indicarmi una società che ritira schedee elettroniche di scarto , e quanto paga a tonnellata?
    rispondere alla mail

  4. Salve dott. Pietrelli, sono Zannini, non l’ho più sentita in merito al suo impianto.
    Mi faccia sapere sulla mia mail privata se è interessato, grazie.

  5. sono fortemente interessato al discorso del Sig. loris Pietrelli e mi domandavo cosa dovessi fare per avere più informazioni in merito!!!
    Vorrei capire e conoscere le procedure per recuperare i vari metalli dai raee le nomrative vigenti etc.etc.
    attendo risposte via mail ciaooo
    grz

  6. HO DISPONIBUILITA’ 600 KG SK MADRI 1°
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    SONO INTERESSATO ALLA VENDITA

  7. o kg e kg di schede madri e tutti componenti di tutti tipi. schede tv , hard disk ne posso ricuperare 300 400 kg minimo al mese ? se mi poi mandare 1 messaggio per saperne di + sono 2 anni che faccio la raccolta e lavorazione di questi tipi di materiali grazie..

    ti lascio anche il mio cell 3389981412 grazie

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