SPIAGGE: CRONACA DI UN’ESTINZIONE ANNUNCIATA

Solo apparentemente questa storia non ha a che fare con il mondo dei rifiuti e la loro gestione. Dobbiamo renderci conto che le conseguenze di una cattiva gestione dei rifiuti spesso non sono immediate e si percepiscono solo quando ormai sono irreversibili o comunque difficilmente sanabili. Questa è la storia di un’estinzione annunciata frutto della nostra pretesa di avere un benessere temporaneo e, soprattutto, falso come l’ambiente che vorremmo frequentare quando ci rechiamo al mare.

Tra gli ambienti terrestri, le aree costiere sono state quelle che più hanno risentito della completa mancanza di adeguate politiche di sviluppo anche perché si è arrivati tardi a comprenderne l’importanza in relazione alla difesa del territorio. In particolare, in ambito costiero, la duna costituisce uno degli ecosistemi più fragili e sottoposto a continui stress a seguito dello smantellamento fisico  dell’ambiente ed in particolare della continuità delle strutture dei  cordoni dunali. Tale pratica, perpetrata per decenni per far posto a centri balneari, strade, ferrovie litoranee e porti (unitamente alla erosione marina derivante dal prelievo indiscriminato di materiali nei fiumi) ha determinato un aumento della vulnerabilità costiera con relativa riduzione delle protezioni naturali. Tutto ciò, in particolare, si riflette su flora e fauna presenti in questi ambienti rendendo le singole specie e le fitocenosi di appartenenza molto vulnerabili. Per alcune specie, infatti, la scelta dei territori di riproduzione risulta spesso difficile a causa delle trasformazioni ambientali intercorse rispetto agli anni precedenti. E’ questo il caso del Fratino, Charadrius alexandrinus, un piccolo uccello che depone le uova direttamente sulla sabbia (vedi foto), senza alcuna protezione ed a pochi passi dalla battigia. Appare chiaro quindi quanto le attività antropiche possano rendere le popolazioni di Fratino estremamente vulnerabili, fino ai limiti dell’estinzione.

La pretesa di poggiare i nostri delicati glutei su una spiaggia priva di ogni oggetto, seppur piccolo, estraneo alla silice sta determinando la scomparsa di questa specie dai nostri litorali. Solo nel Lazio negli ultimi anni le coppie in grado di riprodursi si contano sulle dita di una mano.  Durante la stagione balneare ogni stabilimento balneare, ogni campeggio isolato setaccia quotidianamente la sabbia con un vaglio che raccoglie tutto, uova di Fratino comprese, senza selezione.  Questa pratica quotidiana per il Fratino è devastante al punto che la sua stagione riproduttiva, solitamente marzo-luglio, si è accorciata ed il successo riproduttivo è ormai sotto la soglia dell’estinzione (vedi link).

La maggior parte dei frequentatori delle spiagge in genere non è a conoscenza del significato ecologico dello spazio in cui si deposita il materiale spiaggiato e, soprattutto quanto questo particolare habitat sia importante ai fini conservazionistici. Affinché l’ecosistema “spiaggia” rimanga integro è infatti necessario garantire la presenza di una frazione di detriti spiaggiati che invece per i frequentatori della spiaggia rappresentano un “rifiuto” da rimuovere per agevolare la loro permanenza sulla battigia. Sicuramente la quantità di detriti spiaggiati aumenta ogni anno e ciò costituisce un ostacolo alla fruibilità delle spiagge. A seguito di ciò il gestore di uno stabilimento balneare si trova con tre opzioni possibili: lasciare i detriti, effettuare la pulizia meccanica o eseguire la pulizia manuale.

Lasciare i detriti sulla spiaggia comporta un calo dei visitatori con conseguenze sull’economia locale. La pulizia meccanica ha un elevato impatto sull’ecosistema in quanto provoca una forte compattazione della sabbia, rimuove una significativa quantità di sostanza organica e, soprattutto, un alto numero di invertebrati per uno strato profondo almeno 15 cm. L’habitat può essere così distrutto con grave impatto sull’ecosistema in quanto viene sottratta una importante fonte di cibo per molti animali che frequentano le battigie quali uccelli e piccoli mammiferi. Senza considerare poi, che questa parte di spiaggia gioca un ruolo essenziale nel profilo strutturale del litorale, compresa la formazione del sistema dunale tanto importante ai fini della salvaguardia della costa stessa.

La pulizia manuale permette invece di mantenere inalterato l’ecosistema ed è quindi da preferire a quella meccanica, anche in termini occupazionali dovendo impiegare manodopera stagionale.

 

E’ fuori dubbio che una normativa attenta alle problematiche più specifiche della gestione dei litorali, che non sia, quindi, orientata al solo abusivismo edilizio, possa quantomeno fornire gli strumenti per intervenire nei confronti di chi attenta all’integrità dell’ecosistema spiaggia. Sarebbe pertanto auspicabile che le Regioni ampliassero i loro piani di gestione aggiungendo anche le modalità di management dei tratti di spiaggia affidati a terzi. E’ importante sottolineare che non vi è alcuna differenza fra le modalità di gestione operate da privati o da amministrazioni pubbliche. Ciò tanto per far capire che, tranne qualche recente caso di intervento mirato, anche le amministrazioni pubbliche spesso non vanno oltre il posizionamento di pannelli didattici che illustrano l’importanza dell’ambiente dunale!

Quando, poco prima dell’estate guardiamo con interessata curiosità l’attribuzione delle Bandiere Blu, dobbiamo sapere che i criteri di aggiudicazione non prevedono le modalità di gestione della spiaggia (FEE-Italia). Trovo, infatti, abbastanza assurdo che si guardi alla pulizia della spiaggia senza considerare i sistemi con cui essa si ottiene. Le profonde alterazioni arrecate dalla pulizia meccanica delle spiagge sicuramente ledono il bene pubblico (la spiaggia) alterandone oltre l’aspetto, la funzionalità: a maggior ragione certi interventi andrebbero perseguiti e non premiati!

In questi giorni si sta discutendo di concessioni demaniali marittime e questa potrebbe essere l’occasione per far valere le ragioni della tutela della biodiversità aggiungendo, nel bando di gara, qualche norma specifica riguardante le modalità di gestione.

17 thoughts on “SPIAGGE: CRONACA DI UN’ESTINZIONE ANNUNCIATA

  1. La tua analisi Loris è condivisibili dalla prima all’ultima riga.
    Siamo in Italia, ho poche speranze. Non a caso comunemente si usa la dizione incolto-improduttivo.
    In realtà in termini di biomassa e biodiversitò è assolutamente produttivo.
    Fino a quando non avremo una classe dirigente non miope quest’è. Importante pero divulgare conoscenza.
    E questo articolo va nella direzione giusta.

  2. La tua analisi Loris è condivisibile dalla prima all’ultima riga. In Italia alla parola incolto si associa improduttivo.
    Niente di più falso in termini di biomasse e biodiversità.
    Purtroppo fino a che avremo una classe dirigente miope le speranze di inversioni di rotta sono poco probabili.
    Quello che è possibile è trasmettere scienza e informazione corretta. Ora è urgentissimo e questo tuo articolo va nella direzione giusta. NOI SPERIAMO.

    • hai ragione, speriamo che questo piccolo post possa contribuire alla causa del fratino. E’ evidente che solo facendo pressione nei confronti di chi gestisce il territorio, potremo ottenere, forse, qualcosa di specifico.

  3. Assolutamente daccordo con questo articolo dalla prima all’ultima riga. In Italia al termine incolto si associa troppo spesso quello di improduttivo. Niente di più falso in termini di biomasse e biodiversità soprattutto.
    Dobbiamo avere fiducia e divulgare scienza e conoscenze e questo articolo va nella giusta direzione.
    Speriamo in classi dirigenti meno miopi e lavoriamo da ottici.

  4. Assolutamente daccordo con questo articolo dalla prima all’ultima riga. In Italia al termine incolto si associa troppo spesso quello di improduttivo. Niente di più falso in termini di biomasse e biuodiversità soprattutto.
    Dobbiamo avere fiducia e divulgare scienza e conoscenze e questo articolo va nella giusta direzione.
    Speriamo in classi dirigenti meno miopi e lavoriamo da ottici.

  5. Assolutamente daccordo con questo articolo dalla prima all’ultima riga. In Italia al termine incolto si associa troppo spesso quello di improduttivo. Niente di più falso in termini di biomasse e biuodiversità soprattutto.
    Dobbiamo avere fiducia e divulgare scienza e conoscenze e questo articolo va nella giusta direzione.
    Speriamo in classi dirigenti meno miopi e lavoriamo da da ottici.

  6. Per molti le spiagge sono solamente luoghi dove “fioriscono” gli ombrelloni….sono fondamentali anche, in questo caso, divulgazione ed attività di sensibilizzazione..e tanta pazienza…

    • aggiungerei anche una normativa più orientata verso la tutela dei litorali ed una maggiore attività di controllo per limitare ad esempio l’accesso di auto e motoveicoli.

  7. Condivido in pieno le tue parole. Ovviamente quando si parla di spiagge e di concessioni viene visto solo il lato turistico ed economico, tralasciando tutto ciò che offre l’ecosistema costiero soprattutto nei periodi “morti”. In Molise mi sono ritrovato ad osservare nidi di fratino con i trattori che passavano a raccogliere vari oggetti trasportati dal mare sulle rive. Oppure vedere piantare e ripulire lidi anzitempo con l’ovvio disturbo alle coppie nidificanti. Mi è piaciuto molto quello che hanno fatto in Abruzzo con il “Kit salvafratino” che ha riscosso un buon successo sia per la tutela che per la sensibilizzazione.

    • sono d’accordo, l’esperienza del kit salvafratino è stata positiva. Dobbiamo anche considerare che il fratino è una specie che si presta bene questo tipo azioni. I pubblicitari direbbero che “buca lo schermo”

  8. Concordo pienamente con quanto detto da Loris,
    in Italia le spiagge (con le zone umide) sono l’ambiente più danneggiato: tra stabilimenti, porti, vie di comunicazione, poligoni militari, abusivismo edilizio, etc., le speranze per il Fratino e l’altra fauna (e flora) degli ambienti sabbiosi, ha poche speranze!
    Se poi speriamo nelle lungimiranza di politici, amministratori locali e persone comuni (che pretendono di andare ovunque, sempre e – letteralmente – con ogni mezzo) siamo fritti!!!

    Saluti, Alessio Rivola.

    • come dice angelo, lavoriamo da ottici! cerchiamo di rendere rendere evidente la negatività di certi interventi sul territorio.

  9. concordo pienamente!!!
    ed aggiungerei che di questa dissennata sindrome igienista ne pagano conseguenze grandi soprattutto quelle creature silenziose che permettono alle dune di esistere: le psammofite. Si tratta di piante con capacità adattative straordinarie che riescono a sopravvivere a condizioni estreme e che, mediante apparati radicali imponenti riescono a limitare il movimento perenne delle sabbie, dando origine agli spettacolari ambienti che sono le dune, alle cui falde, in giardini di cakile maritima ed euphorbia peplis, tra scatolette di polistirolo per bigattini, flaconi di bagno schiuma, cotton fioc e ogni altro ben di dio multicolore, il fratino depone, silenzioso e rassegnato alla modernità (se possiamo chiamarla tale) 3 fragilissime uova…. che un tempo erano mimetiche con le colorazioni delle sabbie, oggi molto meno…. bisognerebbe che sta bestiolina si adattasse ai colori di Johnson, Dove, Badedas, The Body Shop, Aktinsons ….. potrei continuare lungamente!!! oppure che imparasse a foderare le uova di tungsteno per resistere alle ruote dei trattori pulitori…. ma sarebbe già un ALTRO MONDO! e i pulli, di una disarmante fragilità…e di pochi grammi di peso…… avrebbero becchi di diamante!

    forse questi “piccoletti” e i loro pulli bisognerebbe avere la fortuna di incontrarli almeno una volta nella vita, e magari avere qualche minuto da dedicare a questa esperienza, sarebbe più facile spostare l’immondizia della nostra igienica esistenza, per fare spazio ai possenti glutei e non pretendere ad libitum spiagge prive di vita!

    e lo chiamano benessere!

    • vedrai che prima o poi qualcuno stenderà la moquette sulla spiaggia per evitare il …. fastidioso contatto con la sabbia.

  10. Articolo con una grande sensibilità che potrebbe servire a far capire alla gente ed ai politici che un gesto oggi porta a delle conseguenze domani!!!!!

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *


*