Scacco alla disoccupazione con l’energia delle professioni “green”

Il periodo è di quelli neri che più neri non si può. Disoccupazione giovanile ai massimi storici da 20 anni a questa parte, deficit di futuro per i giovani e uno scenario per i prossimi mesi di incertezza assoluta. C’è un contesto “liquido”- ha sottolineato nei giorni scorsi ad Arezzo il Ministro Francesco Profumo –   nel quale i giovani dovranno imparare a convivere con periodi di lavoro alternati a  periodi di ritorno allo studio, perché la società industriale dove i loro padri, dopo aver studiato, trovavano lavoro, non esiste più. Ma un nuovo modo di concepire la formazione, dai banchi della scuola superiore, all’Università, al mondo del lavoro, nel rispetto delle istanze del territorio, della valorizzazione del patrimonio culturale e della sostenibilità ambientale può offrire una concreta chance di governare il futuro ai nostri ragazzi. A spiegare come agire in questa visione rinnovata del rapporto fra  scuole, atenei, imprese e territorio è stato Luigi Biggeri, ex presidente dell’Istat e osservatore perspicace dei cambiamenti della società. Biggeri, originario del casentino, quindi toscano doc, ha condotto una analisi lucida e feroce rispetto al mismatch che corre fra la domanda e l’offerta di lavoro sul territorio aretino:  da una parte i giovani neodiplomati conseguono mediamente un voto di maturità più alto rispetto alla media nazionale, ma incontrano una enorme difficoltà  sia  nello scegliere la facoltà che meglio risponde alle loro aspirazioni, sul territorio; dall’altra, le  famiglie devono sobbarcarsi costi troppo onerosi per far studiare  un figlio iscritto  fuori sede o che lavora in un’altra città. Viceversa, un’efficace incontro fra istanze del territorio, atenei maggiormente collaborativi con le esigenze delle imprese, giovani e scuole  potrebbe riuscire a far conseguire la quadratura del cerchio. Troppo spesso, infatti – è emerso nel corso della giornata su Scuola, Università e Lavoro, promossa  ad Arezzo dal presidente del Polo Universitario Aretino, Luigi Biggeri e dal presidente della Camera di Commercio di Arezzo, Giovani Tricca – la divaricazione fra la richiesta  e l’offerta sul mercato del lavoro è stridente. E l’iniziativa organizzata dai promotori della giornata aretina, in collaborazione con il MIUR, ha puntato a rimuovere le criticità nello sviluppo del capitale umano, sia attraverso scelte maggiormente informate da parte degli studenti, sia con un più assiduo orientamento formativo per gli studenti.Per arginare il fenomeno del 20% degli studenti immatricolati che entro il primo anno di studi abbandona l’Università, quello del ritardo accumulato per il conseguimento della laurea triennale (in media si impiegano 4,7 anni), e quello degli studenti pentiti della  propria scelta universitaria (il 23 per cento), – accanto alle difficoltà di inserimento nel mondo del lavoro, mentre le imprese spesso non trovano le figure professionali –  occorre creare un ponte sistematico fra scuola, università e mercato del lavoro – ha detto Luigi Biggeri. L’esperienza condotta dal Polo Universitario aretino, che promuove, coordina e organizza attività formative di terzo livello, puntando ad una stretta interazione sul territorio, in collaborazione con scuole secondarie superiori, università, imprese e istituzioni, può rappresentare una best practice da replicare a livello nazionale. Sia agli studenti che devono compiere la scelta formativa, sia ai giovani laureati, si   offrono una serie di servizi, di orientamento e informativi, volti a consentire lo sviluppo  delle proprie competenze a beneficio del  territorio in cui sono cresciuti. Arezzo – ha sottolineato Biggeri – può diventare un “laboratorio esempio” per il Paese, ma l’Università italiana deve rimodulare profondamente  il suo rapporto con il mercato del lavoro e con i vari territori, sforzandosi di intercettarne i bisogni formativi”. Come? Ad esempio offrendo corsi telematici, flessibili nel corso degli anni e adattabili alle esigenze espresse dal territorio e dal tessuto produttivo, con uno sforzo coordinato di tutti gli attori coinvolti – imprese, scuole, università, laboratori di ricerca,  ragazzi testimonial più grandi che hanno vissuto in precedenza la stessa esperienza -, ha sottolineato il Ministro Francesco Profumo presente al convegno –  per un orientamento assiduo e costante nei confronti dei giovani.  Andrea Cammelli, creatore di AlmaOrientati e Alma Diploma, servizi avanzati già adottati da molte scuole, che hanno raccolto l’apprezzamento del Ministro Profumo, sviluppati per aiutare i giovani a capire le proprie aspirazioni e aspettative rispetto alla scuola superiore, all’Università e al mondo del lavoro, ha insistito sulla valenza decisiva dell’orientamento per i giovani.  Specularmente, ha illustrato l’opportunità  disponibile per le aziende di selezionare i profili idonei, attraverso la banca dati Almalaurea. A Rinnovabli.it  Cammelli ha fornito dati significativi sia sulle aziende operanti nel settore green in Italia, che consultano Almalaurea per l’identificazione dei profili cercati, sia sulla richiesta di professioni green in Italia. Lombardia  e Lazio, con 60 mila aziende la prima, oltre 30 mila il secondo, sono le regioni con i numeri più importanti, seguite dalle 2 mila aziende dell’Emilia Romagna.  Fra le aziende considerate – un centinaio, che usano Almalaurea – figurano anche le piccole piccole aziende del settore edilizio che montano impianti fotovoltaici.Dal gennaio 2011 ad oggi i Curricula che  sono stati scaricati dalle aziende hanno riguardato  4mila 779 laureati specialistici in biologia, 9mila 506  laureati specialistici e specialistici a ciclo unico del gruppo agrario e 1736 laureati specialistici in Ingegneria per l’ambiente e il territorio. Quanto alle Camere di Commercio, che veicolano l’offerta di lavoro da parte delle imprese sul territorio,il presidente della Camera di Commercio di Arezzo, Giovanni Tricca e Domenico Mauriello, responsabile centro Studi di Unioncamere hanno citato il sistema creato per informare i giovani  e far loro conoscere ciò che le imprese richiedono. Le Camere di Commercio hanno realizzato alcuni strumenti, fra i quali figura il progetto Excelsior, un sistema informativo per conoscere il fabbisogno occupazionale e formativo, realizzato dal 1997, in collaborazione con il Ministero del lavoro e l’Unione Europea. Si basa su un campione di circa 100 mila imprese che mettono  a disposizione una serie di informazioni sulla domanda di lavoro nelle imprese”.Dalla banca dati Excelsior, spicca la richiesta per le professioni legate alla “green economy” e alla valorizzazione del patrimonio culturale.

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