Sono alcuni anni che a Roma vengono effettuate nel mese di agosto le potature di alberature secolari di tigli, platani, olmi, pioppi, ecc. Non c’è bisogno di essere esperti botanici per sapere che, per alberi a foglia caduca il periodo per le potature è quello del riposo vegetativo, autunno e inverno; la potatura di agosto danneggia le piante per due motivi:
1. stimola una ripresa vegetativa che si svilupperà a ridosso dell’autunno, per un tempo troppo breve per consolidarsi, lasciando ciuffi di ramaglia fragili che alla ripresa primaverile dovranno portare una nuova vegetazione ben più consistente. Questo costituirà ovviamente un rischio elevato di caduta rami.
2. I tagli effettuati in un periodo caldo e umido costituiscono un veicolo per parassiti e infezioni crittogamiche, che sono la causa principale di quei cedimenti improvvisi che drammaticamente si ripetono con sempre maggiore frequenza nella nostra città.
Queste potature vengono inoltre effettuate con tagli orizzontali, e non obliqui. Anche in questo caso non c’è bisogno di essere degli esperti in scienze forestali per sapere che il taglio orizzontale produce l’infiltrazione d’acqua nel cuore della corteccia, fino a farla irrimediabilmente marcire, a differenza di quello obliquo che lascia scorrere l’acqua verso l’esterno. E così dopo qualche anno le stesse ditte prendono altri soldi dei cittadini per tagliare gli alberi marciti ed ormai pericolosi.
A compimento di questa beffa le casse del servizio giardini del comune di Roma restano vuote e non sono in grado di ripristinare le alberature rimaste mutilate.
Questa storia così vera quanto paradossale, ricorda il famoso film “Il monello” di Charlie Chaplin, nel quale un ragazzino precedeva il passaggio del vetraio prendendo a sassate le finestre, con la differenza che nel film nessuno si faceva male, mentre nella realtà romana qualcuno ci ha già rimesso la vita.