Green….green……green…..Quanti di noi si sono accorti che il 21 novembre è stata la giornata nazionale dell’albero?
Io non so se sia vero quello che si legge nei libri, che in antichi tempi una scimmia che fosse partita da Roma saltando da un albero all’altro poteva arrivare in Spagna senza mai toccare terra… Ora, già non si riconoscono più, queste contrade! Così scriveva Italo Calvino nel 1957 nel suo “Il Barone Rampante”; con la sensibilità propria dell’artista che 60 anni fa aveva disegnato un mondo ormai perso. E si perché gli alberi sono i compagni più antichi della razza umana. Milioni di anni fa siamo scesi dagli alberi, per poi passare gran parte del nostro tempo a tagliarli o bruciarli. Da diecimila anni abbiamo anche imparato a piantarli e ad accompagnarne la crescita, ma lo abbiamo fatto sempre di meno. E adesso che avremmo bisogno di alberi per mantenere gli equilibri ecologici, ci accorgiamo che sono troppo pochi.
Ma qualcosa sta cambiando, non solo abbiamo ripreso a piantarli e a difenderli ma c’è anche chi ha deciso di abbracciarli. In fondo l’amore per gli alberi è, o dovrebbe essere, parte della nostra natura, come respirare. Gli alberi popolano il nostro pianeta con noi e lo rendono più bello, con tutte quelle foglie che danzano al minimo soffio di vento. Sono vivi, generosi di frutti e la loro ombra è accogliente. Sono monumenti della natura, vivono per molti anni, alcuni addirittura per secoli, testimoni silenziosi delle cose umane. Sono una continua scoperta, perché ogni albero ha il suo carattere, la sua personalità, le sue proprietà.
E “scavando” (parola comune per un’archeologa!) nella rete ho scoperto storie straordinarie come il Tree Concert di Berlino. A Montbijoupark un maestoso albero di castagno offre ai passanti uno spettacolo di colori e musica; a ogni frutto che cade si ode una base musicale ispirata ai rumori del bosco che riecheggia al lento trascorrere delle stagioni. E’ un evento con tanto di installazioni luminose che si attivano con il calar delle tenebre illuminando la chioma di castagno. Una bella idea per sensibilizzare la città alla diminuzione degli alberi.
E noi? Abbiamo le nostre eccellenze come il Bosco che Suona che cresce nelle foreste della Val di Fiemme; magnifici abeti rossi da sempre utilizzati dai grandi mastri liutai per le straordinarie caratteristiche acustiche. Foreste millenarie e ben tenute grazie alla gestione della Magnifica Comunità di Fiemme che ogni anno, d’estate, organizza un festival di musica d’alta quota “I Suoni delle Dolomiti” dove partecipano musicisti di fama internazionale chiamati a scegliere un abete del Bosco, al quale viene dedicato ed eseguito un brano musicale, come un dialogo che si riapre.
Per tutte queste ragioni, e per mille altre ancora, gli alberi vanno rispettati ed amati. Un grande poeta americano (Alfred Joyce Kilmer) disse” Credo che non vedrò mai una poesia bella come un albero. Ma le poesie le fanno gli sciocchi come me. Un albero lo può fare solamente Dio” . Pensate che se ciascuno di noi piantasse un albero ci sarebbero 60 milioni di alberi in più!