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Cambiamenti climatici e migrazioni: il ruolo dell’agricoltura

Posted on 19 Agosto 2019 by vmarletto

[da Paolo Lauriola, medico epidemiologo, associato al Cnr-IFC di Pisa]

LauriolaCome sottolineano le vicende di cronaca, non c’è giorno che clandestini, disperati che non hanno nulla da perdere, corrano ad imbarcarsi sopra le decrepite imbarcazioni che li porteranno non si sa dove, verso quella che credono la salvezza.

Si tratta di un problema sicuramente e drammaticamente italiano sia da un punto di vista politico, sociale e scientifico, ma che è a tutti gli effetti globale e che riguarda il mondo intero (Europa, USA, Australia, Africa, Asia). Un aspetto cruciale è la conoscenza dei dati reali[i] , ma anche e soprattutto della percezione del fenomeno[ii].

A fronte di tutto questo occorre però dare delle risposte non legate alla emergenza (reale e/o percepita). Partendo dal tema delle migrazioni ambientali, esso si è posto all’attenzione scientifica e popolare a livello globale a partire circa dagli anni Settanta del secolo scorso[iii] Sebbene il termine “rifugiati ambientali” non sia riconosciuto legalmente[1], la migrazione e i conflitti sono considerati meccanismi chiave attraverso i quali i cambiamenti climatici sono diventati una preoccupazione prioritaria tra i temi connessi con la salute globale[iv],[v], [vi],[vii].

Per quanto riguarda i cambiamenti climatici il recente rapporto Lancet Countdown sottolinea che essi possono rappresentare “il più grande rischio per la salute globale del 21° secolo”. I cambiamenti climatici possono portare a 1 miliardo le migrazioni entro la fine del secolo [viii]

Il fattore ambientale, infatti, va a interagire con tutta un’altra serie di fattori nel determinare la scelta di partire. Una serie interconnessa di fattori socioeconomici, politici e culturali nonché fattori correlati alle caratteristiche personali di ciascun individuo, devono essere presi in considerazione. I cambiamenti ambientali a turno influenzano tutti questi fattori in vario modo e tendono a esacerbare esistenti incentivi a emigrare.

Questa concettualizzazione riconosce che i determinanti della migrazione, più importanti sono quelli economici, che continueranno a essere il più potente driver nella maggior parte delle situazioni. Tuttavia i cambiamenti ambientali influenzeranno questi driver avendo un impatto, ad esempio, sui salari rurali, i prezzi agricoli, l’esposizione al rischio e la tutela degli ecosistemi.

Il modello occidentale, alla ricerca di compratori sempre diversi, tende a schiacciare chi è meno sviluppato e ha conseguenze dal punto di vista ambientale se una zona che era produttiva finisce con non l’esserlo più per via dell’accaparramento forzato di terreni (il cosiddetto land grabbing)[ix], ma anche se la desertificazione è appunto avvenuta a causa dell’uomo.

Un esempio è quello del Ghana e delle sue coltivazioni di pomodoro: Era una piccola industria fiorente, fino a che non è stata radicalmente cambiata dai pelati sottocosto italiani ed europei venduti a un prezzo più basso. Una prelibatezza straniera che, supportata dai notevoli contributi europei, ha soppiantato quella locale e portato molta gente a restare senza lavoro. Quella stessa gente che, magari, è salita su un barcone per arrivare in Italia dove non è raro sia finita a raccogliere i pomodori. Già da questi brevi concetti ed esempi emerge il rilievo dell’attività agricola nel fenomeno migratorio[x].

Su questi temi la Scienza si sta impegnando in modo sempre più pressante sia nei paesi di origine della migrazione[xi],[xii], ma anche e non ultimi, in quelli dove i migranti cercano di trasferirsi in termini di sostenibilità locale e globale[xiii].

Occorre quindi che La Scienza, ma soprattutto la Politica (con la P maiuscola), puntino a creare un contesto di conoscenza che è la premessa essenziale per creare collaborazioni tra il cosiddetto mondo sviluppato e quello dei paesi a basso e medio reddito, per avviare una visione  coordinata anche e soprattutto in ambito agro-zootecnico

In altre parole occorre definire una strategia  che punti a realizzare esperienze concrete, non occasionali e significative  che saranno il vero messaggio da condividere come esempi di successi da perseguire.

[1] La Convenzione di Ginevra del 1951, infatti, concede lo status di rifugiato solo a chi è perseguitato per razza, religione, cittadinanza, appartenenza a un gruppo sociale o per le proprie opinioni politiche. D’altra parte il recensente Accordo “Global Compact For Safe, Orderly And Regular Migration” del 13 July 2018 a Marakesh in Marocco, pone tra gli obiettivi quello di “Minimize the adverse drivers and structural factors that compel people to leave their country of origin” (Ob 2)  tra cui in particolare “Natural disasters, the adverse effects of climate change, and environmental degradation”


[i] https://www.cartadiroma.org/news/rifugiati-migranti-7-grafici-capire-italia/

[ii] https://www.corriere.it/politica/18_agosto_28/gli-immigrati-oltre-70percento-italiani-pensa-che-siano-4-volte-piu-a6e498e6-aa38-11e8-bb57-056c6010fdbf.shtml?refresh_ce-cp

[iii] Stojanov R, Kelman I, Shen S, Duzi B, Upadhyay H, Vikhrov D, et al. Contextualising typologies of environmentally induced population movement. Disaster Prev Manag. 2014;23(5):508–23

[iv] Watts N, Adger WN, Ayeb-karlsson S, Bai Y, Byass P, Campbell-lendrum D, et al. The Lancet Countdown : tracking progress on health and climate change. Lancet [Internet]. 2016;6736(16):1–14. Available from: https://dx.doi.org/10.1016/S0140-6736(16)32124-9

[v] McMichael C, Barnett J, McMichael AJ. An Ill Wind ? Climate Change , Migration , and Health. Environ Health Perspect. 2012;120(5):646–54.

[vi] McMichael AJ, Woodruff RE, Hales S. Climate change and human health: Present and future risks. Lancet. 2006;367(9513):859–69.

[vii] Burrows K, Kinney PL. Exploring the Climate Change , Migration and Conflict Nexus. Int J Environ Res Public Heal J. 2016;13(443):1–17.

[viii] Watts N, Amann M, Ayeb-karlsson S, Belesova K, Bouley T, Boykoff M, et al. The Lancet Countdown on health and climate change : from 25 years of inaction to a global transformation for public health. Lancet [Internet]. 2017;391(10120):581–630. Available from: http://dx.doi.org/10.1016/S0140-6736(17)32464-9

[ix] Maccarrone Cristina, https://www.osservatoriodiritti.it/2017/09/20/profughi-ambientali-immigrazione-asgi/ , 2017

[x] Milena Gabanelli Data Room:  https://www.msn.com/it-it/video/notizie/vogliamo-aiutare-lafrica-compriamo-rose-ma-attenzione-al-marchio/vi-AAEKN0V?ocid=spartandhp

[xi] Ciceri D., Allanore C. Local fertilizers to achieve food self-sufficiency in Africa. Science of The Total Environment. Volume 648, 15 January 2019, Pages 669-680

[xii] Can Local Rocks Grow More Crops? Researchers Call for Renewed Efforts to Develop a New Generation of Local, Affordable Fertilizers Atlas: https://www.elsevier.com/connect/atlas/can-local-rocks-grow-more-crops?utm_campaign=STMJ_95922_AWDS_WIN&utm_medium=email&utm_dgroup=95922_MAIN_NOAB_SGL_ALL&utm_acid=669316826&SIS_ID=-1&dgcid=STMJ_95922_AWDS_WIN&CMX_ID=&utm_in=DM551802&utm_source=AC_30

[xiii] http://www.sossanita.org/archives/7234

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