Siccome dalle fonti più diverse giungono notizie per lo più cattive in merito alle condizioni climatiche presenti e soprattutto future del nostro pianeta, e siccome le notizie si disperdono, si dimenticano e quando servono non si ritrovano più, proviamo a sintetizzare quel che si è letto in giro in questo mese di ferie (solo questioni scientificamente e tecnicamente fondate naturalmente, il resto è fuffa).
L’università californiana di Stanford per esempio ci informa che senza drastici provvedimenti i cambiamenti del clima di qui a fine secolo potrebbero avvenire con una velocità mai vista negli ultimi 65 milioni di anni, ovvero almeno dal tempo della scomparsa dei dinosauri (fonte Pasqui su fb.com).
La sezione Climate del sito americano Thinkprogress ci anticipa che il quinto rapporto Ipcc (è il comitato internazionale che segue per l’Onu il progresso degli studi e delle previsioni climatiche), in uscita il mese prossimo, confemerà la sicurezza quasi assoluta degli studiosi sulle cause antropiche (umane) del cambiamento climatico cui stiamo assistendo (fonte Cacciamani su fb.com).
Per quanto riguarda l’assorbimento della CO2 ad opera delle foreste europee uno studio recente riportato da BbcNews ci avverte che potremmo essere prossimi alla saturazione, dovuta all’invecchiamento degli alberi e alla distruzione degli stessi per incendi e altre cause antropiche. Il rapporto suggerisce anche alcune tecniche per ovviare al problema.
Un’altra fonte europea, l’Agenzia per l’ambiente con sede in Danimarca, si dice convinta che le estati sempre più torride (superati quest’anno i 40 gradi anche in Austria!) stiano provocando un serio peggioramento della qualità dell’aria con formazione di quantità pericolose di ozono vicino al suolo.
Molte segnalazioni di eventi estremi nel mondo, come in Corea, oppure nelle Filippine. Niente a confronto di quel che potrebbe succedere alle popolose città costiere se il mare non la smette di crescere, come ci riferisce la Repubblica nella propria sezione ambiente.
Terribili le conseguenze dell’eventuale rilascio in atmosfera di enormi quantità di metano che fin’ora se ne stava buono buono sotto il ghiaccio dell’artico, come discute il Guardian.
Secondo il leader della Banca Mondiale proprio nei governanti dei paesi come Cina e India, che maggiormente stanno pompando anidride carbonica in aria grazie al frenetico sviluppo economico, sta nascendo una determinazione nuova a combattere per contrastare questi rischi sempre più gravi. Speriamo sia vero. E speriamo che la Climate Policy di Obama diventi realtà e serva a qualcosa…