Metto in fila le brutte e meno brutte notizie climatiche degli ultimi mesi, andando a memoria e un po’ a casaccio.
Il 2015 è stato l’anno più caldo nella serie internazionale dei dati globali che parte da metà ottocento, ma secondo alcuni ricercatori addirittura il più caldo da duemila anni questa parte. In Emilia il record è stato addirittura frantumato, con +1,86 gradi sopra la media 61-90.
Il 2016 è partito alla grande con gennaio e febbraio da record (dovrebbe essere la somma del riscaldamento globale e di un Nino particolarmente potente).
Il fiume Gange è asciutto per un buon tratto costringendo allo spegnimento senza precedenti di una centrale termoelettrica indiana per mancanza d’acqua di raffreddamento.
La Tasmania è stata devastata per mesi da terribili incendi forestali che hanno semidistrutto le sue foreste originarie.
I ghiacci dell’artico invernale presentano una superficie minima rispetto alle serie storiche disponibili.
Uno studio recente rileva enormi emissioni di metano dal territorio statunitense presumibilmente riferite a fughe dai numerosi pozzi di fracking (senza dimenticare la fuoruscita accidentale californiana, domata solo dopo mesi di sforzi).
Le buone notizie sono che i cinesi e altri paesi in via di sviluppo hanno puntato grandi capitali nelle rinnovabili (fotovoltaico e vento) e che per questo il 2015 ha superato il record di investimenti (ma in occidente gli investimenti stagnano e in Italia sono addirittura fermi, con forti ripercussioni occupazionali), e che forse l’aumento della CO2 per la prima volta appare minore della crescita economica (testimoniando quindi un possibile inizio del processo di decarbonizzazione dell’economia).
James Hansen, il famoso scienziato americano che da decenni produce proiezioni corrette del cambiamento climatico, sta collaborando con dei giovani attivisti per tentare di scuotere dall’inerzia il proprio governo anche intentando cause legali. E’ interessante anche l’iniziativa legale di alcuni procuratori americani contro la Esso (ora ExxonMobil), che avrebbe sistematicamente nascosto i rischi di cambiamenti climatico, di cui aveva chiara informazione per analisi e ricerche interne.