Vincenzo Balzani, scienziato bolognese che di recente ha sfiorato il Nobel per la chimica, autore insieme a Nicola Armaroli del testo “Energia per l’astronave Terra” giunto quest’anno alla sua terza edizione, ci regala questa analisi molto pungente sulle campagne pubblicitarie ENI di questi giorni.
“Sto collezionando paginate di pubblicità dell’ENI su Repubblica e Corriere, simili agli annunci pubblicitari che trasmettono tutti i giorni in TV. Ci si aspetterebbe che dicessero: siamo noi che facciamo la benzina migliore, quindi andate a fare rifornimento nei nostri distributori. Evidentemente non si azzardano a fare pubblicità alla benzina, ma devono pur fare sapere che Eni esiste e che è un gigante buono. Quindi, pagine intere di questo tipo:
– “Il carburante si otterrà dalle bucce delle mele”. Non dicono quando, quante mele dovremo sbucciare e quanto costerà.
– “Formiamo professionisti dell’energia con nuove competenze”. L’unica competenza che realmente ha l’Eni è nel campo dei combustibili fossili. Pericolosissimo che formi i nuovi professionisti nel campo dell’energia!
– “Come Natura Crea. Al centro Ricerche Eni per le Energie Rinnovabili e l’Ambiente si studia la natura”. Peccato che non abbiano ancora capito che la natura opera con una economia circolare, mentre loro continuano a bruciare quello che c’è in natura causando inquinamento e cambiamenti climatici. Avrebbero dovuto intitolare la pagina in altro modo: “Come Natura Crea, Eni distrugge”.
– “L’impianto che non dorme mai”, con una descrizione di come appare un impianto per la conversione in calore dell’energia solare nel deserto del Nevada. Il tutto corredato con una foto di un tetto coperto con pannelli fotovoltaici! Eni, a quanto ne so io, non c’entra nulla con l’impianto del Nevada e sembra anche che non abbia capito come funziona.
– Sul supplemento “Il Bello dell’Italia” del Corriere di venerdì 19 maggio c’era un’intera pagina con una enorme foto di pannelli fotovoltaici su un tetto, commentata da queste frasi: “Un nuovo modo di mettere le nostre risorse al servizio del Paese; questa la visione Eni per l’Italia. L’energia è fonte di vita e oggi assume sembianze più attuali grazie alla consapevolezza che intorno ad essa è possibile costruire un mondo decisamente più sostenibile, più efficiente, più equo. Per questo Eni investe sul territorio e sulle persone …. guardando al futuro delle rinnovabili ….”
– Al futuro: in effetti in un’altra pagina pubblicitaria pubblicata qualche giorno prima, con sullo sfondo una raffineria o qualcosa del genere, Eni finalmente rivela il suo piano: “La transizione verso un’economia sostenibile a basse emissioni di carbonio è promossa a livello globale per contrastare i cambiamenti climatici. All’interno di questa cornice Eni punta a mantenere un portafoglio di asset low carbon, promuovendo l’uso del gas naturale come miglior fonte fossile ponte sia per la generazione di energia elettrica, che per il trasporto. Il 58% dei progetti esistenti di Eni sono a gas e i futuri sviluppi in Mozambico, Egitto ed Indonesia confermano l’impegno in questa direzione. Negli ultimi anni sono stati fatti grandi passi avanti nell’utilizzo di fonti di energia rinnovabile, ma il cammino da fare è lungo. I costi di produzione sono ancora troppo elevati e la continuità della fornitura, necessaria al fabbisogno energetico in Italia e nel mondo, non è ancora garantita. Per compiere il camino che ci separa da questo futuro “rinnovabile” dobbiamo affidarci ancora alle fonti fossili. L’unica che garantisce emissioni contenute, costi sostenibili, continuità di produzione e disponibilità a lungo termine, è il gas naturale.”
E’ vero che la CO2 prodotta dall’uso del metano è il 24% in meno di quella prodotta usando benzina (a parità di energia generata), ma il trasporto del metano è soggetto a perdite lungo tutta la filiera. Secondo la US Environmental Protection Agency le perdite ammontano a circa il 3,2% della produzione globale (si veda il libro “Clean Disruption” di Tony Seba) e poiché il metano ha un effetto serra 70 volte superiore a CO2 (misurato su venti anni; 25 volte su cento anni), non c’é alcun miglioramento sull’effetto serra se si sostituisce la benzina (o anche il carbone) col metano.
Anche Eni prima o poi dovrà rendersi conto che nel giro di non molti anni si passerà alle auto elettriche. Secondo recenti stime, nel 2020 avremo 120 modelli diversi di veicoli elettrici e nel 2025 il 30% delle auto vendute saranno elettriche. Anche Cina ed India sono fortemente orientate a sviluppare auto elettriche.
Le grandi compagnie petrolifere fanno fatica ad arrendersi e a capire il semplice significato del proverbio cinese che dice: “When the wind of change blows, some build walls, other build windmills”. (Quando soffia il vento del cambiamento alcuni costruiscono muri, altri pale eoliche)”