Ce l’ha fatta a scalzare dalla sedia di primo della classe anche il 1998, anno in cui le temperature avevano registrato un picco pazzesco a causa di un Niño particolarmente intenso. Lo dicono i dati globali, elaborati dai tecnici del Servizio meteo nipponico: è il 2014 il nuovo “signore” del caldo. Ma per quanto? Il record del 1998 durava da quasi vent’anni ma dubito che questo primato reggerà a lungo. La serie storica pubblicata dai giapponesi sul loro sito mostra un trend impressionante: a partire dal 1891 l’atmosfera terrestre si è riscaldata di circa un grado. Anche in Italia lo scorso anno, pur senza particolari picchi, è stato complessivamente caldissimo, anzi il più caldo dal 1800 secondo il Cnr di Bologna. Non è difficile immaginare che altri record potrebbero seguire presto.
Il dato del 2014 è quindi preoccupante, ma può tornare utile: quest’anno infatti alla conferenza di Parigi si dovrà assolutamente giungere a un accordo per la riduzione concordata delle emissioni di gas serra, onde evitare che la temperatura terrestre cresca fino a livelli considerati ingestibili. Il nuovo record termico sconfessa le tesi di quanti (pochi ormai) insistono a dire che i modelli Ipcc sono sbagliati e che le temperature sono stabili. I modelli prevedono infatti che se non si fa nulla di serio per fermare i gas serra le temperature potrebbero salire rapidamente, fino a +5 gradi entro fine secolo. Già oggi, con un riscaldamento molto più modesto, assistiamo a siccità ed inondazioni devastanti, allo scioglimento dei ghiacci e all’aumento generale dei rischi climatici. Impegnamoci allora tutti perché anche il 2015 sia un anno record, ma per la lotta contro i cambiamenti climatici.
La cosa mi ha sorpreso un pò, considerata l’estate fresca del 2014. Evidentemente l’inverno insolitamente mite ha giocato un ruolo preponderante.
In effetti se guardi il sito giapponese linkato nel pezzo scopri che ben sei mesi su dodici sono stati i più caldi in assoluto e che anche gli altri non erano lontani dalla vetta