Si può scrivere un libro apocalittico e divertire i lettori? Se vi chiamate Luca Lombroso senz’altro sì. Il noto meteorologo modenese ha infatti appena dato alle stampe un volume intitolato “Apocalipse now?”, sottotitolo “Clima, ambiente, cataclismi. Possiamo salvare il mondo. Ora.” (Edizioni Artestampa, 17 euro). E’ un volume che si può scorrere e sfogliare senza per forza doverlo leggere tutto dalla prima all’ultima pagina e che francamente istruisce divertendo. Contiene un bel po’ di riflessioni e storie personali, informazioni e consigli sui cambiamenti climatici alla luce della lunga attività divulgativa effettuata in questi anni dall’autore, che si è anche “sciroppato” diverse conferenze globali sul clima (ma non quest’ultima di Doha). Ci sono anche delle opportune citazioni di autori famosi e meno famosi, per esempio a p. 163 il famoso climatologo James Hansen, che per primo previde con i suoi modelli l’entità degli aumenti termici poi puntualmente verificatisi, confessa “Quando parlai al congresso americano nel 1988 mi sono sbagliato. Sono stato troppo ottimista” oppure a p. 123 la lapidaria dichiarazione di Hugo Chavez “Se il clima fosse una banca sarebbe stato già salvato”. Mi piace molto anche la battuta del rettore torinese Pellizzetti (p. 109) “Bruciare petrolio per produrre energia è come scaldarsi bruciando mobili di antiquariato”. Ma in definitiva quello che diverte di più è l’entusiasmo e la carica umana che traspaiono dal linguaggio di Lombroso, che si esprime senza paludamenti e in modo molto diretto, come se parlasse a una scolaresca (in effetti molto materiale del libro proviene dalle sue conferenze scolastiche). Il libro riflette molto anche sul recente passato emiliano con un lungo capitolo intitolato “Aspettavamo i cambiamenti climatici ed è arrivato il terremoto” in cui si traggono una serie di conclusioni sulla difficoltà di comunicare correttamente ed efficacemente le catastrofi. Se vogliamo trovargli una pecca editoriale diciamo che l’indice avrebbe fatto comodo in testa al libro e non in fondo. Per quanto riguarda i contenuti si punta molto ai comportamenti individuali ma non si affrontano di petto le questioni delle scelte del capitale e dei governi, che possono distruggere in un attimo tutti gli sforzi personali della popolazione più virtuosa banalmente costruendo una nuova autostrada o comperando cento nuovi cacciabombardieri. Ad ogni modo un libro che vale la pena senz’altro comprare e tenere sul comodino, perché fa riflettere e non annoia.
Purtroppo la ristrettezza della mente umana tende a difendere le cose proprie, se una cosa anche importantissima è di tutti, viene tendenzialmente considerata “degl’altri”. Come dire: perché devo pensarci io che sono solo, ci pensino “loro” che sono in tanti.