Eni è al centro di una tempesta, sotto inchiesta per tangenti colossali in Algeria e forse anche in Italia. Scaroni, un uomo che già in passato aveva avuto problemi con la giustizia, sembra proprio la persona sbagliata al posto sbagliato, amministratore delegato di un’immensa impresa quasi pubblica, che dovrebbe essere diretta e direzionata ben diversamente da quanto succede adesso.
Eni significa Ente Nazionale Idrocarburi, nacque per dare all’Italia l’autonomia energetica, nella fertile mente di Enrico Mattei questo voleva dire acquisire pozzi petroliferi in Italia e all’estero e creare la rete di vendita dei carburanti Agip. Dopo la sua morte Eni si è indirizzata soprattutto verso il metano, trasformando il paese, stiamo volutamente semplificando, in un gigantesco reticolo di tubi del gas connessi con remoti giacimenti generalmente posti in paesi poco democratici e corrotti. Scrivo queste parole mentre un impianto di riscaldamento a gas difende me e la mia famiglia dai rigori dell’inverno in montagna, in casa siamo a quindici gradi mentre fuori ce ne sono due sotto zero, quindi tanto di cappello al gas e all’Eni.
Ma il gas, senz’altro più pulito del carbone e del petrolio, comunque emette notevoli quantità di anidride carbonica mentre brucia, due chili di CO2 ogni metro cubo! Milioni di case italiane hanno in questi giorni i riscaldamenti accesi, bruciano almeno un metro cubo di metano l’ora e dunque ogni ora sono migliaia le tonnellate di gas serra che vanno ad aggiungersi alle già troppe presenti in cielo, e così prosegue inesorabile il cammino verso guai climatici sempre più seri per tutti noi e per i nostri figli.
Ma facciamo un gioco, e troviamo un nuovo significato alla sigletta Eni, per esempio Ente Non Inquinante, oppure Energia Non Idrocarburi o anche Energia Nuova per l’Italia. Dietro il giochetto c’è una proposta molto seria. Che ruolo assegnare all’Eni per l’Italia del cambiamento climatico, del dissesto idrogeologico, dell’inquinamento diffuso e dilagante? Un ruolo negativo inquinante e corruttivo oppure un ruolo nuovo positivo e capace di assicurarci un futuro migliore? Eni ha una lunga storia, risorse tecnologiche e gestionali immense, un capitale umano senz’altro sostanzialmente sano. Manca però una prospettiva pulita, una strategia nuova e sana, una visione diversa dall’orizzonte degli idrocarburi, che rappresentano un’era da chiudere.
L’Italia con Eni potrebbe diventare davvero autosufficiente, abbiamo grandi risorse di sole e di vento da sfruttare, abbiamo giganteschi sprechi energetici da eliminare (pensate all’inefficienza assurda dei motori a scoppio e delle abitazioni). Eni potrebbe aiutare l’Italia e se stessa effettuando una gigantesca sterzata che la allontani dagli originali idrocarburi, e dalle malversazioni, verso una sana ristrutturazione energetica del paese.
C’è moltissimo da fare, bisogna cominciare subito, politici e tecnici ed economisti, rimbocchiamoci le maniche, al lavoro.
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