La vita e l’organizzazione del villaggio-campeggio toscano dove passo qualche giorno di vacanza fornisce spunti interessanti di riflessione per un’evoluzione sostenibile delle nostre città. Prima di tutto qui non ci sono automobili, se non in rari momenti di carico e scarico, e se ci sono si spostano molto lentamente, procedendo a passo d’uomo su tortuose stradine sterrate. Tutto il villaggio è all’ombra di grandi pini che lo sovrastano come una tettoia. Vi sono piccoli veicoli elettrici ma non sono molto frequenti né numerosi, sono usati solo per manutenzioni e per trasportare persone che hanno qualche problema temporaneo o permanente. I bambini sono quindi liberi di muoversi senza pericoli e sono tutti fuori dalle casette a giocare. Gli abitanti si spostano in bicicletta o a piedi trasportando la spesa o altro.
Vi sono sistemi di gestione dei rifiuti molto curati, ma in fondo semplici. Cestini con sacchetto per l’organico esterni alle casette che vengono raccolti ogni giorno, il resto invece si può eliminare in contenitori collettivi per il riciclaggio.
Al centro del villaggio una piazza pedonale con i servizi (naturalmente non manca il biciclettaio per le riparazioni il gonfiaggio e il noleggio) e i negozi.
Fuori dal villaggio, oltre una barriera antivento, c’è la spiaggia, davanti all’apertura grandi rastrelliere per le bici, molto utilizzate.
Per andare alla piccola città più vicina c’è un trasporto pubblico o in alternativa un bel percorso segnalato per ciclisti dentro una pineta. Dopo meno di mezz’ora si arriva direttamente su un lungomare chiuso al traffico, dove si trovano caffè e negozi vari.
Nell’entroterra vi sono alcuni grandi impianti eolici per la produzione elettrica, e sugli edifici più grandi ci sono pannelli per l’acqua calda e l’elettricità.
Gli agricoltori dei paraggi hanno aperto degli spacci lungo strade secondarie, facilmente raggiungibili in bicicletta, per la vendita di ortaggi olio e vino.
La comunicazione è facilitata dalla presenza di un impianto wifi per la connessione internet.
Naturalmente si tratta di un luogo di vacanza dove si passano pochi giorni, ci sono arrivato in automobile, siamo in pochi (ma non così tanto, siamo oltre mille di sicuro), è un zona costiera pianeggiante (ma molte biciclette sono elettriche), non vi sono industrie o uffici.
Ma non mi pare per niente impossibile trasferire questo modello sulle nostre città. L’unica cosa importante da fare è abolire la presenza delle auto, sia ferme che in movimento. Biciclette, veicoli elettrici e trasporto pubblico possono egregiamente sostituirle rendendo la vita più salubre sicura e piacevole a tutti. Lo spazio liberato dalle auto è fruibile da tutti, bambini compresi.
Non sono certo il primo a proporre queste idee, ho qui davanti a me il testo No auto di Marcel Robert (2009) che si dilunga in spiegazioni e proposte urbanistiche. Ma in fondo basta qualche giorno al mare per capire che un altro mondo è possibile e gradevole, oltre che necessario.