Basta un click?

Anni fa Gianni Morandi cantava “uno su mille ce la fa”, vi ricordate? Non è ancora la nostra colonna sonora ma sicuramente questo è un periodo di ristrettezze economiche, in particolare per il settore pubblico, con  bilanci che  non consentono di fare troppe scelte. Scegliere di “non scegliere”!  E’ proprio questa l’idea che mi sono fatto leggendo una proposta del Ministero del Welfare:  dal 2013 le neomamme potranno avere accesso a un bonus di 300 euro al mese per sei mesi. Soldi pubblici per coprire le spese dei pannolini? No, un contributo per le spese di asilo nido o baby sitter, rivolto alle mamme lavoratrici.

Da un punto di vista “tecnico” il provvedimento sembrava interessante, un esempio di incentivo in denaro che sostituisce la fornitura di beni o servizi da parte dello Stato, pratica da molti considerata poco efficiente. In realtà, andando a leggere bene, non sarà proprio così perché i fondi concessi potranno essere utilizzati dalle mamme solo per coprire la retta dell’asilo nido o per una baby sitter. Per ottenerli, si dovrà fare così (probabilmente).

Inizialmente attraverso internet si comunica l’l’Isee, vale a dire la valutazione della ricchezza di una famiglia basata su parametri che vanno oltre il reddito, a garanzia di imparzialità ed efficienza.  L’Isee, però, si riferisce all’anno precedente e vale per un intero anno. Perché, ad esempio, non presentarlo una sola volta durante uno dei pochi momenti di burocrazia “felice”,  la registrazione della nascita, e basta? Troppo facile? Sì se prendiamo in considerazione l’aspetto  più interessante: le risorse a disposizione. Con quanto previsto in bilancio, infatti, si calcola che  potranno beneficiare dell’incentivo circa undici mila mamme in tutta Italia (nel 2010 abbiamo avuto 561.944 nascite). Da questi numeri nasce quindi l’esigenza di un secondo filtro, sempre basato su internet e comunque in grado di garantire imparzialità ed efficienza: il “click day”. Si tratta in sostanza di una data, un giorno (che troppo spesso diventa un’ora o pochi minuti) a partire dal quale poter presentare la domanda, ottenendo quindi un numero d’ordine cronologico. Chi “spara” per primo la domanda, a parità di condizioni, vince il bonus. Ecco cosa vuol dire il mio “scegliere di non scegliere”, creare queste forme di aiuto dichiaratamente sottodimensionate, dei provvedimenti pubblici a “fuoco d’artificio”, spettacolari e illuminanti ma destinati a esaurire la loro vita utile nel giro di pochi attimi e a lasciare soltanto un ricordo un po’ confuso e sbiadito. Dei risultati poi, importa?

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