La Green economy in Italia di un verde sempre più sbiadito

Se i dati di Bloomberg new energy finance verranno confermati, la frenata nel settore delle energie rinnovabili appare davvero come un’inchiodata in superstrada all’improvviso attraversamento di un gatto. Rispetto ai dai del 2012, infatti, c’è stato un calo degli investimenti nel comparto delle rinnovabili di oltre il 70%!!! (gli investimenti sono scesi da 15 a 4 milioni di dollari).
Cosa è successo? O, se preferite, da dove è sbucato questo gatto che ci sta tagliando la strada?
Fondamentalmente i problemi principali sono di natura procedurale, legati alle complicazioni di natura burocratica/amministrativa che complicano la realizzazione di questi impianti con la difficoltà nell’ottenimento delle diverse autorizzazioni e la fine degli incentivi che, se da una parte ha dopato il mercato per anni, dall’altra l’improvvisa interruzione ha causato una insostenibilità del mercato stesso.
Per riprendere a correre è necessario semplificare i meccanismi secondo dei criteri di trasparenza e anche, se non soprattutto, di certezza dei tempi. Certamente poi il sistema degli incentivi deve essere superato. Ma il mercato deve pur potersi sostenere. Bisogna pertanto definire una politica di sviluppo degli investimenti per le rinnovabili che attuando la recente Delega sulla fiscalità ambientale. Si debbono cioè prevedere delle nuove forme di fiscalità finalizzate a orientare il mercato verso modi di consumo e produzione sostenibili, e a rivedere la disciplina delle accise sui prodotti energetici e sull’energia elettrica, anche in funzione del contenuto di carbonio”
Insomma, se ci si mette insieme pure un ridisegno della strategia nazionale su un orizzonte ventennale, i mezzi per tornare a correre, salvando il gatto, ce ne sono. Basta prevederli. Ci aspettiamo che tra le tante riforme anticipate enfaticamente dal Presidente Renzi trovino spazio anche misure a favore della green economy. Ne abbiamo bisogno.

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