Green Energy a Kitobo

di Tommaso Del Moro e Alessandra Vannoni

La tappa del 9 gennaio 2019 del tredicesimo Field Study Abroad è stata Kitobo, un’isola off-grid dell’arcipelago ugandese delle Kalangala Islands (lago Vittoria) a pochissimi chilometri a sud dell’equatore.

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Per l’elettrificazione del villaggio è stato scelto il solare come fonte di energia rinnovabile. Dopo uno studio sulle necessità della popolazione e su un possibile sviluppo dell’economia locale, si è optato per l’installazione di 880 pannelli fotovoltaici per una potenza di picco complessiva di 230 kWp. Attualmente la potenza viene utilizzata per usi residenziali e alcuni usi produttivi, tra cui un sistema di produzione di ghiaccio, indispensabile per la conservazione e trasporto ottimali del pesce, che è la principale risorsa economica dell’isola. Tra gli obiettivi della gestione di Absolute Energy c’è proprio l’”educazione” della comunità attraverso dei tecnici che siano in grado di manutenere e preservare la centrale elettrica e gli altri apparati. L’impianto risulta attualmente dimensionato in previsione di una crescita commerciale ed economica dell’isola: sono già partite delle attività risalenti alla prima fase di operatività della rete nell’ottobre 2016 (lavanderia e forno) e si stimano altre aperture a breve.

Nonostante all’equatore sia suggerita una disposizione pressoché orizzontale dei pannelli (non più di 5-10°), la loro inclinazione è di 20° per garantirne la pulizia automatica, ad esempio grazie alla pioggia. Tuttavia questa peculiarità non incide significativamente sulla produzione.

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Di supporto alla generazione fotovoltaica è installato un generatore diesel da 80 kVA, in grado di garantire continuità di esercizio e di ricaricare il sistema di accumulo durante emergenze o piogge prolungate.

Alle innovative batterie al flusso di vanadio è affidata la funzione di accumulo dell’energia non richiesta dai carichi e di alimentazione degli stessi in caso di non produzione PV (manutenzione, avverse condizioni climatiche o di notte). Quattro batterie, di cui una ricopre il ruolo di ‘master’, da 15 kW e 130 kWh ciascuna, compongono il sistema di storage. La particolarità di questa tecnologia è la possibilità di sfruttare una profondità di scarica del 100% con 15000 cicli nominali attesi. All’interno di ogni ‘box batteria’ tre inverter bidirezionali regolano i flussi energetici in entrata e in uscita. Eventuali futuri aumenti di potenza erogabile ed energia accumulata sono svincolati l’uno dall’altro: è possibile rispettivamente aumentare la prima installando più inverter (in questo caso fino a un massimo complessivo di 6 per ogni box) e incrementare la seconda con un numero maggiore di tank (maggior numero di reazioni elettrochimiche) contenenti l’elettrolita.

IL progetto è stato realizzato dal promotore Absolute Energy, con il contributo di EEP (Energy and Environment Partnership) e le partnership tecniche con AVSI Ong e CIRPS – Sapienza.