Responsabilità sociale, il vero PIL dello sport

Rubo, per cominciare, l’idea ad Andrea Masullo (essendo uno sportivo, spero non me ne vorrà!), per raccontare di una decrescita sportiva vincente. Quella dell’Unione Rugby Capitolina, società romana che 6 anni fa decise di non militare più nel professionismo: troppi oneri economici e il rischio di un fallimento. Tutto azzerato, si ripartì dal settore giovanile e dalla serie minori, anche in base alla mission originaria. Soprattutto la società sceglieva di puntare sul dilettantismo (per capirci, i giocatori non venivano più pagati, ma anzi erano loro a pagare per giocare). La crisi cominciava a mordere e in molti pensarono che quella decisione era l’inizio della fine.
Fu, al contrario, un nuovo inizio. Il numero dei tesserati è continuato a crescere, facendo della società romana una delle più grandi d’Italia, con un settore giovanile ammirato e un gruppo di istruttori preparati e apprezzati a livello nazionale. Soprattutto, quella decisione (che apparve allora come un ridimensionamento) non  ha impedito di sfiorare, lo scorso anno, la promozione nella massima serie e tornare ai livelli, anche dal punto di vista tecnico, di sei anni prima.
Così alla presentazione della stagione 2012 il presidente Giorgio Vaccaro ha avuto modo di dichiarare: “I nostri principi non sono cambiati rispetto a quelli che ci siamo dati 6 anni fa quando abbiamo abbandonato il professionismo. Formazione dei giovani e dei tecnici… Nessun obiettivo, arriviamo là dove ci porterà il nostro impegno. Tutti i giocatori sono soci-atleti e pagano una quota per giocare, sono parte integrante del club. E’ la nostra marcia in più..”.
Una piccola storia, emblematica e comune a tante altre del mondo dello sport. Ma che mi serve per introdurre uno dei temi portanti di questo blog: il successo di una società sportiva, grande o piccola che sia, si misura nella sua capacità di creare valori il più universalmente riconosciuti dalla comunità di riferimento. La responsabilità sociale è il vero PIL che ne indica lo stato di salute, non il numero e il peso dei trofei in bacheca.

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