Il bilancio sociale del Giro d’Italia

Alla vigilia dell’edizione 2017, quella del centenario, scopriamo (ma in realtà ci informa il solerte ufficio stampa della società interessate) che IMQ ha supportato RCS Sport nella preparazione del numero “zero” del report di sostenibilità del Giro d’Italia dello scorso anno. Redatto sulla base delle riconosciute linee guida internazionali per l’elaborazione di un Bilancio Sociale, il documento raccoglie tutte le iniziative con obiettivo sostenibile realizzate nell’edizione 2016 del Giro, nell’ambito del progetto Ride Green, e farà da base per il primo Bilancio Sociale che dovrebbe essere pubblicato in concomitanza con le prime pedalate dei girini.
Il fatto che un evento sportivo come il Giro d’Italia, abbia deciso di dotarsi di uno strumento tipicamente aziendale quale il Bilancio Sociale, strutturato a beneficio di tutti i propri stakeholder per renderli consapevoli degli impatti che l’evento genera sul piano economico, ambientale e sociale, è indice di estrema trasparenza da parte degli organizzatori” ha dichiarato Piercarlo Pirovano, responsabile Marketing del Gruppo incaricato da RCS organizzazioni sportive di redarre il documento.
Si tratta di un’iniziativa sicuramente meritevole, che pone ancora una volta l’accento sull’importanza di valutare un evento non soltanto dal punto di vista economico, ma anche e soprattutto dal punto di vista dei benefici complessivi in grado di generare.
Siamo convinti che da questo punto di vista lo sport sia in grado di andare ben oltre le facili apparenze e contribuire, anche attraverso i grandi eventi, alla crescita culturale e sociale di un Paese.
Forse non è dello stesso parere il Comune di Roma che, come ricorda spesso in modo velato il presidente del CONI Malagò, con il rifiiuto di sostenere la candidatura alle Olimpiadi del 2024 ha perso una grande occasione.

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