Torre Salsa, alla ricerca del tempo da perdere.

Ieri sono stato in bici nel mio posto preferito: la Riserva WWF di Torre Salsa, 350 ettari di costa e macchia mediterranea, falesia e sabbia finissima, aque limpide e natura che ti fa respirare e ti restituisce alla Terra. E lì che preferisco andare in compagnia di pochi amici, pochi, molto pochi, per godere nella pace e nel silenzio tutte le pieghe di questo meraviglioso fazzoletto di paradiso terrestre.

Così vi propongo un mio breve racconto, che ho diviso in 2 parti.

Ecco la Prima Parte:

 

Torre Salsa: alla ricerca del tempo da perdere. I Parte

E alla fine siamo rimasti solo in due: Rocco ed io. Dovevamo andare a Corleone, dovevamo essere in un bel gruppo.. e poi? E poi quello c’ha sempre la moglie che all’una… l’altro i figli che… il solito che dice di essere “reperibile” al lavoro e quindi… Sta di fatto che la sera decidiamo per la Riserva WWF di Torre Salsa, siamo in quattro: Franco ed una new entry, un suo amico fresco di mtb, Rocco, io.

La mattina alle 7 mi chiama Franco:- Ho un mal di schiena fortissimo, non vengo. E neanche il tipo.

Ma che palle! Chiamo il Rocco

– Où, qua pare che siamo solo noi due! che dobbiamo fare? Usciamo con il gruppo dei pedalatori? Ma quanti sono, che fanno, dove vanno? Naaaa… vabbè, dai andiamo con loro.

Triste, mesto, sconsolato, scoraggiato, amareggiato, abbattuto, demoralizzato, depresso, deluso, avvilito, affranto, mi preparo a rimuovere ogni mia riserva alle uscite “a tempo” e mi rassegno alla solita pedalata in zona… Risquilla il cellulare, è il Rocco 

– Alessà, io non la voglio perdere sta giornata, andiamoci noi due soli, oggi Torre Salsa sarà fantastica!

– Sono da te alle otto e mezza!

Forse ho detto “fra mezz’ora”, forse no… ma questo non ha alcuna importanza.

L’EnterpriSSST – il mezzo di locomozione sociale – ha subito un  “fermo biologico”  di sei mesi parcheggiato dal meccanico in attesa di un pezzo di ricambio, sarà difficile rimetterlo in moto… ma la Natura è imprevedibile: funziona!!!

 

Direzione Siculiana Marina. Con il Rocco si discute su quale percorso fare: lunga salita per poi percorrere l’entroterra e successivamente immetterci nella Riserva WWF di Torre Salsa attraversando Montallegro? oppure direttamente tuffarci dentro Torre Salsa? Naturalmente la discussione è durata finchè ho esposto al Rocco la prima parte del percorso: una lunga perigliosa salita  dentro la forestale… Abbiamo convenuto che non sarebbe stato opportuno per la nostra “tabella allenamenti” appesantirci le gambe con una lunga salita magari fuori soglia; così il programma era presto fatto! Che forse non ci sia mai stato dubbio? non lo escludo, e magari troveremo il tempo per indagare anche su questo apparentemente futile interrogativo.

Da Siculiana Marina risaliamo la intercomunale per Montallegro e subito ci imbattiamo in qualcosa di sconcertante:  un immenso conato di copertoni di auto avvinghiato come una disgustosa, ripugnante, nauseante, nauseabonda, stomachevole, repellente, ributtante pustola sul ciglio della strada tracimante sul boschetto sottostante. Non ci assueferemo mai agli atti di questi criminali che violentano lo splendido territorio siciliano! Il tempo di questa gente è colmo di tristezza. Andiamo avanti. Stop alla fontana, obbligatorio. E  anche al successivo neonato ruscello che da una falda nel terrapieno della strada sgorga copioso e con soddisfatto sarcasmo  Sempre su asfalto saliamo sino all’ingresso più occidentale di Torre Salsa : l’Omo Morto.

 

Poco più avanti del belvedere un fuoripista tra i campi e poi l’innesto su un sentiero tutto in discesa:

– Giovà, molliamo i freni e seguimi a ruota.

– Se, ti seguo a ruota tedè; dietro. Appresso và… se se… vai vai…

Breve ma intenso, una goduria su un fondo in pietraia  e poi terra battuta che ci porta nel cuore della Riserva! In breve tempo arriviamo al Pantano: sono bastate due gocce di pioggia per ridargli il suo tipico colore rosso dei fiori selvatici che lo ricoprono. Ed è vivo: rospi, farfalle e poi tartarughe, aironi, gruccioni; fauna discreta e strisciante, fauna minuta a volte stupefacente. Ci fermiamo a parlare con il Sig. Tortorici con le sue pecore e ci spiega come:

– Dopo anni di girovagare e cercare un senso alla realtà, ho ritenuto più ragionevole  fermarmi qui e sacrificare la mia vita alle pecore piuttosto che alle donne, ai motori, perfino ai quadri e alle sculture. Non riusciamo a cambiare le cose secondo il nostro desiderio, ma gradualmente il nostro desiderio cambia.

 

Procediamo non certo privi di uno smarrimento intellettuale. Facciamo visita all’Agriturismo Torre Salsa dove la “signora austriaca” con la sua solita cordialità teutonica che la contraddistingue, ci fa capire che lì noi bikers non siamo proprio graditi:

– Tutti cancelli kiusi! No potete enttrare in nostri sendieri che è proprietà prifata, perchè noi afittiame aparttamente a turiste.

Poco male, aggiriamo il sito “protetto” – con la certezza che il profumo dei soldi avrebbe fatto cambiare idea al nostro Cancelliere di Ferro – prendendo la strada sulla destra dell’ingresso all’agriturismo che ci porta dritti nel boschetto. Ecco che  ti facciamo l’incontro più sorprendente, straordinario, eccezionale, incredibile, strabiliante, sbalorditivo, fenomenale della giornata: un basamemto di roccia sospeso sul nulla, una piattaforma, e  un falco pellegrino che superbo volteggia su di esso come su un privilegiato palcoscenico naturale che guarda al mare. Io e Giovanni restiamo un bel pò a bocca aperta e prima di accorgermi che di tempo ne è passato il Rocco è sulla roccia in posa ad ammirare lo spettacolo della natura!

 

“Come quelli che si mettono in viaggio per vedere con i loro occhi una città desiderata e immaginano si possa godere, in una realtà, le delizie della fantasia” M. Proust

 

To Be Continued

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